Regia di John Guillermin vedi scheda film
Strano mix di cinema di guerra, dramma e thriller politico realizzato con enorme coraggio in piena era di decolonizzazione. È un film sicuramente interessante ma danneggiato dall'eccessiva caraterizzazione dei due personaggi principali. VOTO: 6
Oggetto assai curioso questo “Cannoni a Batasi“. Siamo nell'immaginaria Batasi, ex colonia britannica dell'Africa orientale ai suoi primi vagiti come Paese indipendente, dove il sergente maggiore Lauderdale (Richard Attenborough), un veterano della seconda guerra mondiale, è al comando di un piccolo avanposto militare di sua maestà. I suoi metodi severi e pomposamente antiquati stridono con il carattere del resto degli ufficiali, formatisi dopo la guerra, e sembrano assurdamente anacronistici in tempo di pace. Le cose cambiano quando un gruppo di nativi ribelli porta a termine un colpo di stato contro il nuovo governo, proprio durante la visita al campo di una parlamentare laburista dalle vedute diametralmente opposte a quelle di Lauderdale. Questo il plot. Dicevo 'curioso' perché in piena decolonizzazione questo film prendeva un bel rischio toccando temi politici decisamente scottanti. E lo fa peraltro senza preoccuparsi di eventuali accuse di razzismo (e qui torniamo al 'ahime oggi sarebbe impossibile realizzare un film del genere'). Certo questo non basta a renderla un'opera indimenticabile. Il livello generale del film è buono, ma eccessive sono le caratterizzazioni dei due personaggi principali per risultare realistiche. Per quel che riguarda gli interpreti, oltre al già citato Attenbrough, Flora Robson è il membro del parlamento in visita al forte, mentre il sempre affidabie Jack Hawkins ha il ruolo del colonnello Deal. C'è inoltre Mia Farrow, appena diciannovenne, qui al suo esordio assoluto. Per questioni di budget le assolate locations africane vennero ricreate in studio, cosa d'altronde piuttosto consueta a quei tempi.
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