Regia di Leigh Whannell vedi scheda film
Perché per perlustrare qualsiasi argomento che provochi questioni morali, occorre lo spettacolo della violenza? Ha più appeal sul pubblico? Vuol dire che gli uomini senza violenza non si divertono; l'amata ultraviolenza senza cui non si cantano messe. Ma, così, ogni discorso morale non diventa vano? Assitiamo all'ennesima storia di una vendetta, quasi un'imitazione di Bladerunner, non solo narrativa ma anche scenografica e climatica, sottilmente ispirato ad Hal 9000 di 2001 con un occhio rivolto a Robocop, al Tagliaerbe e a tanti altri cult. Un cyber-thriller-urban-western? Boh. I topoi del genere e gli ingredienti del blockbuster (le scazzottate, le acrobazie circensi, gli inseguimenti automobilistici in autostrada) ci sono tutti, compreso il momento di esitazione del cattivo sul punto di uccidere il protagonista, che ribalta la situazione. Un cliché dei film anglofoni a me assai antipatico. La interpreto come un'assoluta fede, infantile, nel potere della parola di modificare la realtà e di condizionare le reazioni altrui. Tecnicamente il film non è fatto male. Non è neanche così banale nella scrittura. E' solo che è un film già visto migliaia di volte.
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