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Cinque giorni, un'estate

Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cinque giorni, un'estate

di FREDRIC
8 stelle

Svizzera 1932, in un albergo di montagna arrivano il maturo dottore scozzese Douglas Meredith (Connery) e la sua giovane moglie Kate (Brantley) per una breve vacanza. Assumono una guida (Wilson), un giovane del luogo che li accompagni nelle escursioni. I due in realtà non sono sposati, ma amanti e in più, lui è lo zio della ragazza. Come si scoprirà da una serie di flashback disseminati nel film, lei era innamorata dello zio fin da quando era bambina, lui è stato per oltre dieci anni in India (dove ha partecipato a spedizioni nell'Himalaya) e al suo ritorno ha ritrovato una giovane donna al posto della bambina che non voleva lasciarlo partire.

 

I due partono quindi di nascosto per questa piccola follia, lei che vede il coronamento di questo sogno infantile al quale il fiorire del proprio corpo ha dato vigore e intensità, lui che nella freschezza e nella gioventù della nipote vede forse il modo di fermare il tempo che scorre inesorabile.

 

Questa mésalliance non sfugge però agli altri ospiti dell'albergo, al personale di servizio e anche alla guida che osservano con perplessità e disapprovazione la coppia di età così diverse. Lei stessa si rende conto poco per volta che quell'avventura è un errore (già la scena di apertura del film, quando lei si alza nella notte per fumare fuori dalla cabina letto del treno), mentre lo zio sembra non voler accorgersi dell'incongruità della situazione, chiuso in un'illusione egoista. A complicare le cose Kate percepisce una corrente sotterranea di attrazione verso Johann, la guida, a cui lui non è insensibile, pur senza mostrarlo apertamente. Di lui la colpiscono la gioventù, il carattere semplice e onesto, il suo amore per il paese in cui vive.

 

Nel corso di un'escursione su un ghiacciaio avviene l'episodio che dà il senso più vero del film. In un crepaccio la guida ritrova il corpo congelato di un compaesano, morto quarant'anni prima alla vigilia delle nozze. Il cadavere viene riportato a valle, ancora integro, dove potrà vederlo l'anziana donna che era stata la sua promessa sposa e che non aveva voluto sposarsi con altri.

 

In questa scena ci sarebbero tante cose da segnalare, mi limito alle più interessanti: 1) quando Johann scopre il corpo scende subito in paese a chiedere aiuto per estrarlo dal ghiaccio, nonostante l'iniziale contrarietà di Meredith, che vorrebbe proseguire l'escursione. In questo contrasto tra la pietà verso i morti della guida e il disinteresse del dottore scozzese si esplicita la differenza morale tra i due; 2) la chiamata a raccolta della squadra di soccorso, ha un respiro corale e nello stesso tempo trattenuto, totalmente privo di retorica, aiutato in questo dai dialoghi, pochi e a bassa voce, in lingua tedesca. La notizia vien data anche alla anziana fidanzata del morto e la scena è filmata da dietro alla finestra, dal punto di vista dei paesani rimasti fuori dalla casa. 3) il morto è straordinariamente somigliante a Johann: la sceneggiatura usa l'espediente di farne un prozio della guida, per giustificare questa somiglianza (inespressa, ma chiaramente percepita da Kate e dal pubblico). In realtà, l'immagine del volto del morto, intatto e cosparso di cristalli di ghiaccio serve a prefigurare il volto di un altro morto - che invece non si vedrà. Questo episodio colpisce profondamente la giovane, che più tardi rivela alla guida di non essere sposata con Meredith. Johann, pur sospettandolo, ne rimane molto colpito e, nella sua natura integra di uomo dei monti, glielo dice (" E' triste", esordisce).

 

La sera stessa, Johann li cerca al ristorante dell'albergo per accordarsi per il giorno successivo. Sono in camera, va a bussare e qui c'è un'altra scena molto bella. Il dottore dorme, Kate no. Non si limita a rispondere da dietro la porta: la apre completamente, in modo che johann possa vedere dentro. Lei è in vestaglia, il volto come sfatto, nel letto il dottore dorme.

 

Il giorno successivo i tre partono per una nuova escursione. Arrivano ad un rifugio e qui Johann mostra al dottore dove proseguire il giorno dopo. Meredith vede una cima interessante e propone quella. Johann acconsente, ma sarà un'ascensione troppo difficile per Kate, che li attenderà al rifugio. Anche qui, la differenza di età colpisce dolorosamente la ragazza, perché gli altri ospiti del rifugio sono un gruppo di simpatici e rumorosi francesi suoi coetanei. All'alba Meredith e Johann partono per la scalata. Raggiungono la vetta e nell'apparente clima di solidarietà che si instaura tra due uomini che hanno compiuto insieme un'impresa difficile, Johann dice al dottore che ha saputo la verità da Kate su di loro e gli chiede di lasciarla andare, per il bene della ragazza. Meredith si altera e il tentativo di dialogo tra i due finisce immediatamente.

 

Si ha quasi la sensazione che la distanza tra i due, oltre che di età, di lingua e cultura, sia anche una differenza di classe e che Meredith, da tipico inglese dell'alta borghesia non sia disposto più di tanto a familiarizzare con la guida, cioè con un suo salariato. La notte precedente, Kate sveglia accanto a Meredith, che invece sta dormendo, vede Johann uscire dal rifugio, si alza, avvolta in una coperta ed esce pure lei. Nel frattempo Meredith si accorge che la nipote non c'è più. La attende, lei ritorna e si riaddormenta nel suo abbraccio. E' successo qualcosa tra Johann e lei? E' per questo motivo che Johann affronta Meredith? Il film non dà ulteriori spiegazioni. E' nel corso della discesa che, imprevista ma sempre in agguato, la sorte si svela: nel tentare di liberare la fune i due liberano una cascata di massi. Uno dei due precipita nel vuoto. Dal rifugio, impensieriti per il ritardo dei due, avvistano una figura solitaria che scende dal nevaio e accorrono in soccorso. Con loro è Kate, che scoprirà che solo Meredith è sopravvissuto. Il funerale chiude il film: Kate riparte, mentre Meredith resta per l'inchiesta. L'illusione d'amore si è spezzata.

 

Questo film è stato l'ultimo di Zinnemann, girato a 75 anni, ed è una struggente riflessione sul tempo che scorre, sull'impossibilità di recuperare o anche solo trattenere le illusioni del passato, della propria giovinezza. Visivamente, le riprese in quota sono spettacolari, nello scenario maestoso delle Alpi svizzere, così come la ricostruzione delle tecniche e dell'attrezzatura dell'epoca è accuratissima. Gli interpreti sono eccellenti, a cominciare da Connery, che riesce a tratteggiare una figura sgradevole ma umana e credibile, alla Brantley che non riesce più a credere fino in fondo nella realtà della sua infatuazione adolescenziale per lo zio che, all'improvviso e dieci anni dopo, si è trasformata in qualcosa di terribilmente concreto. Wilson, infine, è bravo nella sua parte di montanaro giovane e sensibile, ancorato ad un'etica che i due turisti inglesi hanno dimenticato. Una particina per Anna Massey, nel ruolo di una matura zitella inglese ospite con la sorella nell'albergo.

 

Questo è uno dei miei "film del cuore", so che è stato un insuccesso che ha posto fine alla carriera di Zinnemann, ormai già anziano, e che in genere ha ricevuto critiche negative, ma per me resta un gioiello. Mi spiace solo non essere riuscito finora a vederlo al cinema dove il grande schermo renderebbe giustizia ad immagini così belle. 

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