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Green Book

Regia di Peter Farrelly vedi scheda film

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La recensione su Green Book

di champagne1
7 stelle

L'italo-americano Tony Vallelonga, in arte Tony Lip per la sua capacità di abbindolare il prossimo a parole, sempre in cerca di lavoro per mantenere la famiglia e spesso incapace di mantenerlo per il suo focoso carattere, accetta di fare da autista e security-man per Don Shirley, un celebrato pianista nero di New York che ha deciso di avventurarsi in una tournée negli Stati del Sud dove nel 1962 esiste ancora la segregazione razziale ...

 

 

Il regista Peter Farrelly, conosciuto per lavori interessanti ma decisamente meno impegnati (memorabile Tutti pazzi per Mary) si cimenta in un'opera che coglie l'obiettivo di risultare accattivante tramite la capacità di divertire, emozionare e permettere una riflessione sociale.

 

La chiave del successo è nel racconto di due personaggi apparentemente così diversi, ma che saranno in grado - nonostante gli iniziali contrasti e qualche pregiudizio culturale - di cogliere le affinità fra le loro esperienze di vita e poter instaurare un forte legame di amicizia.

Il comune denominatore fra i due sta proprio nell'essere, ognuno per motivi diversi, dalla parte sbagliata della scala sociale: laddove il pianista sa che - una volta disceso dal palco - si troverà a scontare la "colpa" del colore della sua pelle, Tony invece è consapevole di essere stato condizionato da un ambiente sociale degradato dalla mancanza di cultura, di stabilità economica e spesso di credibilità al di fuori del proprio ambito.

 

 

Il valore dal racconto è quello di esaltare il senso di dignità che appartiene ai due personaggi e da cui, pur intendendolo in maniera diversa, essi non intendono derogare: il pianista con quella sua instancabile voglia di risolvere i conflitti con la ragione e gli strumenti della Legge; l'autista con quel suo desiderio, nonostante la contiguità con gli ambienti della Mafia, di fare lavori onesti e prendersi cura dei suoi cari.

 

 

Aldilà della narrazione romanzata e del fatto che la rappresentazione del conflitto raziale subisce alcune edulcorazioni, il film resta piacevole se si riesce ad apprezzare una storia che affronta tematiche significative con una certa dose di leggerezza.

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