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Non sono un assassino

Regia di Andrea Zaccariello vedi scheda film

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La recensione su Non sono un assassino

di alan smithee
5 stelle

Tre affiatati amici dai tempi dell'adolescenza, si ritrovano coinvolti in un intrigo che vede uno di loro, il giudice Mastropaolo (Alessio Boni), ritrovarsi morto ammazzato con una pallottola in testa presso la propria dimora di campagna; l'altro, il vicequestore Francesco Prencipe (Riccardo Scamarcio) - protagonista e fulcro dell'intricata vicenda - nel ruolo di unico accusato di omicidio, volontario e forse anche premeditato, con un rischio di ergastolo sulle spalle; infine il terzo (Edoardo Pesce, il migliore di un buon cast), nelle vesti di un avvocato allo sbando, screditato a causa dell'alcolismo, a sua volta incoraggiato da una cocente delusione d'amore generata con un rifiuto ripetuto e mai accettato, ed ora chiamato dall'accusato per difenderlo in giudizio.

Al vaglio della tenace PM interpretata da una motivata Claudia Gerini (brava, ma che, non si sa bene a qual fine - forse una caratteristica specifica che meglio si ricavava nel romanzo originale da cui è tratta la sceneggiatura - parla con uno smodato tono di voce roco e modificato da apparire una caricatura di Marlon Brando ne "Il Padrino"), la concretezza dell'accusa si fa strada, salvo poi farsi travolgere da una brillante ed insperata intuizione dell'avvocato difensore, che per una volta dimostra doti fuori da ogni preventivabile immaginazione.

Ma la verità, a patto di riuscire davvero a ricostruirla, è legata a segreti intimi che si nascondono dietro una chiave che continua a passare di mano tra due dei tre amici, e racchiude segreti inconfessabili e verità sconode che hanno condotto a reazioni fuori da ogni abituale controllo e moralità.

Per la regia tenace e ben controllata di Andrea Zaccariello, che ci stupisce con un ottimo incipit action, e poi con una serie complicata ma interessante di flash-back ad incastro efficacemente congeniati, Non sono un assassino ha senz'altro il merito di dare una carica al cinema di genere che, pur fiorendo all'estero con diversi nuovi spunti ed autori da imparare a seguire, in Italia spesso latita, travolto da troppa commedia banale e ora nemmeno più garanzia di successo.

Per questo motivo ci disponiamo a non tener conto di qualche dialogo a dir poco agghiacciante (la figlia in età teen del nostro ipotetico omicida ne pronuncia a raffica!), qualche incongruenza anagrafico/fisica (Boni, che già di suo avrà 15 anni più di Scamarcio, qui vien addirittura invecchiato, come imbolsito ad arte anziché tentare di ringiovanirlo come sarebbe stato opportuno per riaggiustare le distanze rispetto alla gioventù dei tre, magari non coetanei, ma nemmeno così distanti negli anni l'un l'altro. Scamarcio invero in 15 anni non invecchia per nulla ,tranne qualche timido accenno di grigiore sulle tempie). 

Ed un finale contorto e controverso grazie al quale pressoché ogni cosa o ogni strategia può essere ordita per stravolgere il finale a proprio uso e consumo. 

Il fine nobile della pellicola, di cui si accennava sopra, e la buona dinamica delle invero non numerose scene action, rendono tuttavia giustizia ad una prova tutt'altro che perfetta, ma meritevole di considerazione.

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