Espandi menu
cerca
Un affare di famiglia

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

Recensioni

L'autore

kubritch

kubritch

Iscritto dal 2 agosto 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 42
  • Post 8
  • Recensioni 582
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Un affare di famiglia

di kubritch
8 stelle

La funzione dell'arte è di mostrarci, di portare all'evidenza, ciò cui non facciamo caso; ciò che rimuoviamo dalla nostra percezione. Il film in esame ci riesce appieno. Forse a livello puramente figurativo non c'è nulla di rilevante. L'originalità riguarda la parte drammaturgica,  che ci accompagna lentamente verso al scoperta di una realtà ben diversa da come l'avevamo immaginata inizialmente, purificando progressivamente la nostra vista da tutta una serie di pregiudizi e di falsi sentimenti umanitari su cui soprassediamo facilmente. Per buona parte il film è un kammerspiel claustrofobico in una casa piena di cianfrusaglie, che ricorda "Brutti, sporchi e cattivi" di Ettore Scola con tanto di nonna pensionata. L'anticonvenzionale famiglia abita sotto un tetto dal disegno fiabesco, vintage, stretto tra moderni e squadrati edifici di cemento. Come al solito, i giapponesi sono maestri nel cogliere e dipingere con minuzia certosina le emozioni e gli stati d'animo delle persone, nonostante l'immagine di freddezza tecnologica che ne abbiamo. Sono bravi anche nel costruire una trama che ci conduca verso il colpo di scena finale. Il tema affrontato è enorme: la disintegrazione sociale in tutte e sue sfaccettature: la solitudine, l'incapacità di amare, di comunicare, la diseguaglianza, la mancanza di solidarietà. I supermercati sono pieni di merci che non appartengono ancora a nessuno - il grosso delle quali verrà gettato cinicamente via. Ci stiamo abituando a vivere in ambienti sempre più ridotti per permettere a pochi uomini di vivere nel lusso più smargiasso e volgare persuasi che la nostra vita dipenda dalla loro. Una cosa che nella democrazia delle antiche polis Greche era totalmente inaccettabile. Ma si sa, l'uomo col tempo, per paura di finire peggio, si abitua a lavorare in condizioni infernali e le classi dirigenti ne approfittano senza scrupoli fino al prossimo rigurgito di violenza. Di nuovo, come in Roma il mare rappresenta la libertà. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati