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Un affare di famiglia

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un affare di famiglia

di zombi
8 stelle

una famiglia è ciò che si vede o ciò che si sente?...

vedere una bambina che gioca al gelo di una sera di febbraio sul balcone, mentre i genitori dentro litigano e fanno a botte, non disdegnando di accanirsi pure sulla piccina con bruciature e tagli, e prenderla per sottrarla all'assideramento per poi decidere di non riportarla al desco famigliare e far decidere a lei stessa se tornare a far parte di quel nucleo famigliare biologico, può essere inteso come rapimento?... (TUTTO IN UN FIATO BRAVI :-DDDDDD)

alla maniera di quella filmografia "dove non succede nulla e ci si annoia", dove i ritmi sono lenti e allungati come le stagioni, nei film di koreeda hirokazu, non ci si annoia mai, perchè si parla di sentimenti importanti come quelli riportati qua sopra, e soprattutto si pongono dei dilemmi basilari, prima con un tocco di commedia e poi con un ovvio crollo del castello di carte di bugie creato furfantescamente con uno scopo etico e buono.

LA LIBERTà NON è VOLONTARIA recita una maglia indossata da una delle protagoniste. se ricordo bene prosegue recitando è DETTATA DAL DESIDERIO DI EMANCIPARSI DA UN'OPPRESSIONE.

così la famiglia non viene scelta dai figli, ma a volte dovrebbe esserlo.

questa famiglia derelitta che vive di menzogne sulle spalle della nonna, che mensilmente va a riscuotere quello che lei interpreta come un risarcimento, rubando e insegnando a rubare, con poca voglia di lavorare e un passato oscuro segnato sulla fedina penale, abita un tugurio in via di disfacimento che è un pò l'offuscato ricordo di ciò che fu.

la famiglia c'è perchè ci si crede in modo da nascondere le verità, ma non c'è perchè alla fine non si riescono mai a dire parole importanti come "papà" o "mamma".

un film che cresce più ci si pensa e ci si ragiona e se anche sembra meno immediato di LITTLE SISTER all'apparenza distante dalla ciffra stilistica di koreeda, è un film che esaspera i temi soliti del regista usando registri differenti e un pò inconsueti(per i pochi film di koreeda che ho avuto la fortuna di vedere).

la magia dei film fatti del "nulla" della quotidianità, risiede appunto nel fatto che vi siamo talmente assuefatti dall'aver costantemente bisogno di stimoli forti immediatamente appariscenti.

e la miseria di una famiglia indigente, sulla soglia della clandestinità di baraccati, visti e non visti nella casetta sepolta tra condomini addossati l'uno all'altro, ci passa via con noia.

e sono i soliti banali e ordinari sentimenti che diventano struggenti in modo violento e improvviso a ricordarci che la vita, anche la più apparentemente noiosa, conserva sempre una sua straordinarietà.

parole come "papà" diventano un twist finale degno di un action movie e le lacrime di una madre mancata dietro un vetro divisorio un pugno in faccia che ci urla di svegliarci. 

toccanti le interpretazioni, tra tutte quella preferisco è quella di sakura ando.

 

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