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La terra buona

Regia di Emanuele Caruso vedi scheda film

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Mulligan71

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La recensione su La terra buona

di Mulligan71
4 stelle

Dirò subito una cosa: mi piace che le giovani leve del Cinema italiano appoggino i loro film sul nostro territorio, riscoprendo così posti magnifici, che fa bene al Cinema e anche, perché no, al turismo. Succede nei bei film di Andrea Segre, per esempio, o ne "La Pelle Dell'Orso" di Segato, o ne "I Cormorani" di Fabio Bobbio. E succede anche qui, dove la Val Grande, al confine con la Svizzera, ospita questa storia di fuga e speranza. Certo, se i luoghi aiutano a sostenere il film, bisogna poi essere in grado di renderlo interessante. Non succede, a mio avviso, con "La Terra Buona". La buona volontà c'era tutta, la voglia di creare un prodotto diverso dalla maggioranza dei film italiani recenti, pure, ma Caruso non la maneggia troppo bene. Una storia vera, un medico e il suo aiutante, ricercati per aver "venduto" speranza ai malati terminali di cancro dando loro "farmaci alternativi", pozioni magiche, che finiscono in un "buen retiro" perduto fra i monti, gestito da un prete un po' Gandalf e un po' no, che vengono raggiunti da una coppia di amici, con lei malata terminale di linfoma. Se il film inizia bene, asciutto e convincente, con bei personaggi di contorno, (che rimangono le cose migliori del film insieme al paesaggio), nel momento che giungono al paesello aulico, il tutto precipita a valle, senza il rumore dello schianto. Il film diventa un mix di religione, spiritualità, beveroni, punture di non si sa cosa, violini e inquadrature da amaro Averna, mentre passa, sottilmente, (ma anche no), il messaggio che il mondo al di fuori di questi personaggi improbabili, sia cattivo e che ci siano alternative alla cure tradizionali, fra veganesimo, aria buona, patate e farina macinata a mano. Cristo santo, da ex malato di cancro, guarito con le cure tradizionali, non accetto sta roba. Ma al di là della mia personale visione del problema, è proprio tutta questa parte, molto lunga e molto tediosa, a rimanere indigesta, fatta male, melliflua, posticcia che neanche nei libri di Coelho. Ovviamente lei, che non si reggeva neanche in piedi, dopo due mesi di aria sana e pappette, se ne va sulle sue gambe più sana di un pesce, pare. Troppa carne al fuoco, trattata male e film pericolosamente vicino a tesi che purtroppo oggi prendono sempre più piede. Bocciato tutto, a parte i luoghi che neppure Caruso riesce a rovinare.

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