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Tutti pazzi a Tel Aviv

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Regia di Sameh Zoabi

Con Kais Nashif, Lubna Azabal, Yaniv Biton, Maisa Abd Elhadi, Nadim Sawalha, Salim Dau, Yousef 'Joe' Sweid, Amer Hlehel, Laëtitia Eïdo... Vedi cast completo

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Trama

In Israele tutti sono pazzi per la soap opera Tel Aviv on Fire, ambientata nel 1967, in cui una spia palestinese ha una storia d'amore con un generale israeliano. Salam, un affascinante palestinese trentenne che vive a Gerusalemme, lavora come stagista per la soap e ogni giorno deve passare attraverso alcuni checkpoint israeliani per raggiungere gli studi televisivi. Ha così modo di incontrare Assi, il capo dei controlli la cui moglie è una grande fan del programma. Per far piacere alla consorte, Assi minaccia Salam affinché modifichi la trama della soap. Salam, dal canto sua, realizza che più che una minaccia il cambiamento potrebbe rivelarsi una fortuna per la sua carriera di sceneggiatore. Le cose andranno per il verso giusto fino al giorno in cui Assi e i produttori non saranno d'accordo su come dovrebbe finire la soap, mettendo nei guai Salam.

Approfondimento

TUTTI PAZZI A TEL AVIV: SCHERZARE SUL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE

Diretto da Sameh Zoabi e sceneggiato dallo stesso con Dan Kleinman, Tutti pazzi a Tel Aviv racconta la storia di Salam, un affascinante palestinese di trent'anni che vive a Gerusalemme e che lavora come stagista sul set di una popolare soap opera, Tutti pazzi a Tel Aviv. Prodotta a Ramallah con lo zio del giovane come frontrunner, la soap ha come protagonista un'attrice francese che a malapena parla arabo e di cui Salam si conquista sin da subito i favori.

Ogni giorno, Salam per recarsi al lavoro negli studi televisivi deve passare attraverso un checkpoint israeliano. Qui, ha modo di fare la conoscenza del comandante Assi, la cui moglie è un'appassionata della soap. Per impressionare la consorte, Assi ha delle idee di sceneggiatura per mettere in buona luce i personaggi israeliani, trattati secondo lui in maniera poco lusinghiera. Le propone allora a Salam, che apprezza l'inatteso genio creativo sfruttando per ottenere una promozione come sceneggiatore. La carriera di Salam, di conseguenza, decolla fino al punto in cui Assi e i finanziatori della soap non hanno idee divergenti su come dovrebbe finire. Con l'ufficiale dell'esercito israeliano da un lato e i finanziatori arabi dall'altro, Salam è stretto in una morsa da cui potrà uscire solo grazie a un colpo di genio finale.

Con la direzione della fotografia di Laurent Brunet, le scenografie di Christina Schaffer, i costumi di Magdalena Labuz e le musiche di André Dziezuk, Tutti pazzi a Tel Aviv viene così raccontato dal regista in occasione della sua presentazione al Festival di Venezia 2018 nella sezione Orizzonti: "Tutti pazzi a Tel Aviv è una commedia satirica. Per chi come me è palestinese realizzare una commedia che si occupi della realtà palestinese e israeliana rappresenta una grande sfida. I problemi e i conflitti della mia regione sono presi molto sul serio da tutti e ogni tentativo di scherzarci sopra viene frainteso e crea discussioni o spaccature.

Man Without a Cell Phone, il mio primo film, traeva ispirazione dalla mia stessa educazione: non volevo necessariamente farne una commedia ma desideravo essere il più onesto possibile sul contesto in cui ero cresciuto, un ambiente su cui aleggia costantemente un senso di disperazione diffusa ma in cui non manca mai una nota di spirito e senso dell'umorismo. In Tel Aviv on Fire ho deciso di occuparmi di prospettive e punti di vista contrastanti. Il tono, come nell'opera precedente, è comico: non era mia intenzione sottovalutare la questione delle divisioni ma ho preferito la commedia perché con le sue esagerazioni offre mille intuizioni e sbocchi narrativi. Come ha detto Charlie Chaplin, per ridere di gusto devi essere in grado di sopportare il tuo dolore e di scherzarci sopra.

Tutti pazzi a Tel Aviv ha come idea di partenza una soap opera. Si tratta di un genere televisivo che va per la maggiore in Medio Oriente. La gente guarda le soap e ne viene letteralmente rapita. io stesso ho avuto modo di constatare come i dialoghi siano spesso più credibili e reali di quelli del cinema. La soap all'interno del mio film è servita come escamotage per parlare di politica (è ambientata nel 1967, all'avvicinarsi della guerra arabo-israeliana) ma anche di speranza, storia e paura.

Ricapitolando, diversi sono i livelli di lettura di Tutti pazzi a Tel Aviv. Il film racconta di un aspirante scrittore che lotta per trovare il proprio posto in un mondo caratterizzato da un difficile contesto politico. Nel farlo, l'opera abbraccia due diverse ma entrambe importanti questioni politiche: da un lato, quelle relative alla guerra arabo-israeliana che, raccontata nella soap, è viva nella memoria di Bassam, lo zio di Salam che nel 1967 l'ha vissuta in prima persona, e dall'altro lato quelle inerenti a una realtà contemporanea fatta di sbarramenti, occupanti e occupati".

Il cast

A dirigere Tutti pazzi a Tel Aviv è Sameh Zoabi, regista e sceneggiatore palestinese. Nato nel 1975 a Iksal, in Israele, a pochi chilometri di distanza da Nazareth, Zoabi si è laureato alla Tel Aviv University in Cinema e Letteratura inglese, ricevendo una borsa di studio per continuare il suo percorso alla… Vedi tutto

Trailer

Commenti (7) vedi tutti

  • Tralasciando l'insulso titolo da fiction Rai1, è una misurata commedia che sa ironizzare sulla paradossale situazione Israelo Palestinese.

    commento di Utente rimosso (LuCciolo6nove)
  • Decisamente simpatico, anche se non ho colto il significato del finale... 7

    commento di Brady
  • Divertente, ironico e originale.

    commento di Artemisia1593
  • Bisogna avere voglia di seguirlo più attentamente di quello che ho fatto ma comunque si nota che è una proposta confezionata bene.voto.7.

    commento di chribio1
  • delizia di intelligenzia e ironia

    commento di garance
  • Charlie Chaplin sosteneva che: “per ridere veramente, bisogna essere capaci di prendere il proprio dolore e giocare con esso”.

    leggi la recensione completa di gaiart
  • Un cinema che attinge alla realtà e la filtra con vena sulfurea e divertita

    leggi la recensione completa di yume
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Uscito nelle sale italiane il 6 maggio 2019
locandina
Foto
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2018
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Nel mese di settembre questo film ha ricevuto 4 voti
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Recensione

gaiart di gaiart
8 stelle

Charlie Chaplin sosteneva che: “per ridere veramente, bisogna essere capaci di prendere il proprio dolore e giocare con esso”.   Tel Aviv on Fire - mi racconta il regista - parte proprio da questo presupposto. E’ un film profondo. Profondo e ilare. Ilare e intelligente. Intelligente e comico. Comico non per sminuire una situazione israelo-palestinese che è…

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