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Vox Lux

Regia di Brady Corbet vedi scheda film

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La recensione su Vox Lux

di alan smithee
6 stelle

locandina

Vox Lux (2018): locandina

VENEZIA 75 - CONCORSO 

La natura "diabolica" di un successo senza precedenti, frutto di sacrificio, fatalità tragica, ed un pizzico di fortuna che assiste chi ci si predispone a coglierne i segnali e le opportunità.
In fondo è ancora questo il fulcro e l'ossessione che unisce la seconda,  controversa, se vogliamo sgradevole opera dell'attore Brady Corbet, esordiente in regia con il suo acclamato esordio di tre anni orsono, con quel torvo "L'infanzia di un capo" che venne lodato e premiato a scena aperta proprio nel concorso veneziano di Orizzonti.

Natalie Portman

Vox Lux (2018): Natalie Portman

Natalie Portman, Raffey Cassidy

Vox Lux (2018): Natalie Portman, Raffey Cassidy

Promosso meritatamente quest'anno al Concorso, Corbet ci parla nuovamente di leader, di figure dominanti, di gente come tante che intuisce come ascendere ad un successo planetario solo poco tempo prima inimmaginabile: non più dittatori carismatici in erba, ma individui che nascono puri, di animo sacrificale e dedizione agli altri e crescono gestendo scaltramente la situazione - in questo caso tragica - che li ha catapultati dinanzi all'opinione pubblica, lucrandone i proventi con l'oculata gestione di una figura.
Un leader ammaliante, in grado di parlare alle folle e condizionarle con la medesima tecnica di un affabulatore in cerca di potere temporale, pur puntando qui su aspetti più ludici, ma dai risvolti non molto dissimili a quelli di un leader politico in tema di condizionamento attitudinale e di lavaggi cerebrali.

Raffey Cassidy

Vox Lux (2018): Raffey Cassidy

Raffey Cassidy

Vox Lux (2018): Raffey Cassidy

Vox lux celebra la nascita di una star tra i cadaveri dell'ennesima strage della follia in una scuola aggredita da un alunno folle armato sino ai denti. L'irresistibile ascesa di una sopravvissuta-simbolo che diviene per caso un'eroina, poi una cantante di successo scavalcando la sorella maggiore più dotata che le scrive la canzone-inno destinata ad aprirle la strada del successo, finisce per imparare scaltramente a possedere il dono di assuefare le menti suddite e dipendenti, creando tendenza, più che arte, è un aspetto del mondo dello showbusiness che abbiamo in mente molto chiaramente.
E l'origine diabolica, quasi fosse un patto di sangue, della gestione di un successo che possa esplodere e rivelarsi duraturo, è senz'altro il punto forte, più che del film, a volte eccessivo, eroicamente sgradevole e con una Portman incontenibile, antipatica cone le viene naturale apparire e danzerina, sempre avvolta da tutine fascianti e ultracoprenti per gli oltre 15 lunghi estenuanti minuti conclusivi di chiassoso ed inconsistente concerto pop.

Natalie Portman

Vox Lux (2018): Natalie Portman

Impreziosito dalla voce fuori campo - forzata firse, ma utile a mantenere un clima di urgenza nella narrazione - di Willem Dafoe, il film di Corbet è imperfetto ma stilisticamente coerente col precedente, per contribuire a formare un solido autore indipendente, che sonda qui il fascino diabolico del quel nulla spacciato come arte, che conquista ed attrae senza reali motivazioni di fondo, all'interno di un'America piegata e straziata dalle paure e dagli orrori di stragi ed attentati frutto di vere e proprie guerre di religione, o semplicemente ed ancor più assurdamente della follia immotivata a cui giunge a volte l'essere umano.

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