Regia di Giulio Base vedi scheda film
Angelo (Giulio Base) e Jimbo (Gianmarco Tognazzi), uno un po' filosofo con progetti mistici, l'altro un po' scemo, hanno l'incarico di portare l'automobile di un facoltoso signore dalla costa est a quella occidentale. Il viaggio costituirà l'occasione per Jimbo di perdere la propria "verginità" e per Angelo di dare sostanza alla sua fede spirituale di vocazione New Age.
Uno dei peggiori prodotti del cosiddetto "nuovo cinema italiano", un film di raccapricciante mediocrità poveristico e improvvisato che supera di gran lunga ogni margine di tolleranza dello spettatore, costretto a sorbirsi un'ora e quaranta di chiacchiere improvvisate e banali, di smorfie, di epa ripugnante di un Tognazzi che conferma di essere lo zero assoluto della cinematografia nazionale. Il diario di viaggio di Giulio Base è la vergogna di un cinema che annoverando prodotti come questo legittima i progressivo allontanamento del pubblico dalle sale quando nei tamburini dei giornali compare la nazionalità: "Italia".
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