Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Non il miglior Eastwood ma comunque un buon film questo "Potere assoluto", che dei thriller mantiene sia la tensione che la suspance dall'inizio alla fine. Al centro di una vicenda abbastanza paradossale, con un ladro che si trova suo malgrado testimone di un omicidio commesso nientemeno che dal presidente degli Stati Uniti, Eastwood dirige se stesso e l'ottimo Gene Hackman con piglio sicuro ma senza i voli pindarici e le liricità di molti dei suoi film successivi. Ne risulta una pellicola che è pienamente calzante al suo genere, ma forse eccessivamente fredda e distaccata, come la personalità del protagonista in grado di districarsi tra voglia di fuga e sensi di colpa. Così, come un'anguilla in un acquario, diventa ancor più sfuggente quando da predatore diventa preda in una grande caccia alla lepre dove sia la polizia sia un killer (assoldato per farlo tacere) si mettono sulle sue tracce. Parallela alla vicenda, il riavvicinamento ad una figlia fino ad allora quasi ignorata, un tentativo forse tardivo di riappacificarsi con il suo passato e dare una svolta al proprio futuro (e qui Eastwood sceglie una strada abbastanza prevedibile e forse eccessivamente buonista).
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