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Potere assoluto

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Potere assoluto

di barabbovich
8 stelle

Ormai da anni a passeggio tra i generi più diversi come soltanto i grandi sanno fare (dai film biografici dedicati a John Huston e Charlie Parker, al crepuscolarismo de I ponti di Madison County, al western de Gli spietati, il road movie Un mondo perfetto e via continuando), il vecchio Clint ci regala una prova di grande fattura anche cimentandosi col thriller fantapolitico (ma non troppo). Dalla pagina letteraria di Davide Baldacci, Eastwood trae lo spunto per raccontare la convergenza nella stessa storia di tre uomini soli: Luther Whitney (Eastwood), un ladro di razza capace di neutralizzare qualsiasi sistema di allarme; il presidente americano Richmond (Hackman) e un ispettore di polizia (Harris). Tutto ha inizio quando Whitney espugna la casa di un ricchissimo filantropo americano. Il caso vuole che in quella stessa casa il presidente yankee venga a fare i suoi festini erotici in compagnia della padrona di casa, peraltro moglie del suo migliore amico. Quando questa rimarrà uccisa sotto gli occhi di Whitney, lo staff del presidente farà di tutto per recuperare la prova che Whitney ha sottratto alla scena del delitto. Con travestimenti e fantasia, Whitney insegue una sua morale, tentando di smascherare pubblicamente i colpevoli, non indietreggiando neppure davanti alla caccia all'uomo e al tentativo di dissuaderlo attentando alla vita di sua figlia (Linney, già vista in Schegge di paura). Alla fine, il presidente Usa avrà la fine che merita e il ladro gentiluomo ne uscirà come da un bagno in candeggina. Eastwood torna ancora una volta a denunciare le nefandezze della politica americana, come già aveva fatto con Un mondo perfetto e, soltanto da attore, in Nel centro del mirino. Assemblando una mano registica ormai assolutamente padrona di ogni dettaglio cinematografico con una visione insieme disincantata, cinica e ironica della realtà ("Fuori è pericoloso", gli dice la figlia. E lui: "Lo è sempre stato"), Eastwood entra ormai di diritto nel gota dei grandi del cinema di tutti i tempi.

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