Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
C'è aria nuova e soprattutto fresca che sta arrivando nel cinema italiano.
Dopo Marco Danieli e Roberto De Paolis registi dei bellissimi La Ragazza del mondo e Cuori Puri eccoli arrivare direttamente dalla Berlinale e dal pool di sceneggiatori di Ddogman i Gemelli D'Innocenzo.
La Terra dell'abbastanza si colloca direttamente dal percorso iniziato con Gomorra e che ha in Non essere cattivo il vero modello di ...riferimento.
La periferia romana raccontata dai registi rispetta perfettamente i canoni del neorealismo ma soprattutto sono bravo a raccontare in maniera realistica questa discesa agli inferi dei protagonisti.
Due studenti dell'alberghiero che sognano di diventare chef e barman una notte investono un uomo uccidendolo. Ma lui non è un uomo normale, è un infame ricercato dalla famiglia Pantano i boss che comandano il quartiere.
Da quel momento la loro vita cambia, iniziano a vivere il benessere della delinquenza. Attraversare quella terra dell'abbastanza che poi non basta mai.
I registi raccontano in modo duro e diretto sia nelle immagini che nel linguaggio il percorso formativo di Mirko e Manolo interpretati magistralmente da Matteo Olivetti e Andrea Carpenzano.
I loro occhi, i loro scontri e soprattutto i loro sogni sono difficili da dimenticare.
Sono talmente bravi che sembra che recitano direttamente le loro vite.
I gemelli D'Innocenzo gli stanno addosso con la loro telecamera neanche fossero i fratelli Dardenne.
Diverse sono le scene degne di nota. Dall'incidente che apre il film ed evidenzia tutta la fragilità di questi che sono comunque dei bravi ragazzi agli scontri tra Mirko e la mamma.
L'unico difetto che ha il film è quel senso di deja vu nei confronti delle opere citate prima.
La rabbia e la voglia di emergere di Mirko e Manolo ricorda quella di Borghi e Marinelli di Non essere cattivo e quel senso di onnipotenza da cane sciolto rimanda al destino di Marco e Ciro di Gomorra.
Ma è chiaro che questi siano dei peccati veniali nei confronti di un'opera prima che fa ben sperare nel futuro.
Voto 7+
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