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Ciao maschio

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su Ciao maschio

di maso
8 stelle

Il pianeta delle scimmie secondo Ferreri.
Quel King Kong spiaggiato sotto le torri gemelle nel retro bottega di Manhattan è un quadro scenico troppo astratto e geniale per non essere impressionante e memorabile per la mia insaziabile mente sempre in cerca di fantasia ma il bello è che non riesco proprio a carpire dei messaggi da "Ciao Maschio", non riesco a dargli una interpretazione perchè il simbolismo di questa favola apocalittica datata dai suoi personaggi nell'anno di nascita dell'uomo scimmia 1977 è assolutamente oltre le mie corde di violino scordato e per dirla tutta questa dissonanza mi piace: mi piace osservare questa storia per quello che è senza doverla capire, mi piace vedere Deaprdieu in apertura di film muoversi in una New York asettica e silenziosa dove si aggirano uomini mascherati come se la città verrà distrutta all'alba, mi piace il teatrino delle donne fra le quali scorgo incredulo Anselma Dell'Olio secoli prima delle sue sconcertanti recensioni al Cinematografo e mi sembra anche bella tanto e come Mimsy Farmer nel suo glaciale candore esortare la donna alla violenza sul maschio precipitato dalla cima del suo grattacielo dal quale dominava tutto, sfracellato al suolo come l'impero romano con le sue bighe da pista Polystil rinchiuse in un museo per la gioia dei bambini e il ludibrio dei grandi che non sanno più di sapere quanto quei grattacieli illuminati siano nati sulle ceneri di una Roma bruciata dal suo stesso padrone, mi piaciono il corpo nudo e i seni turgidi di Abigail Clayton e il suo pube adornato da fiorellini mentre Lafayette la scopre piano piano, i suoi vertiginosi tacchi blu, il suo viso da bambina e mi piace gustare la capacità di Ferreri di riprendere i suoi attori nudi come se lui non ci fosse, come se dietro la telecamera ci fossi io, mi piace Mastroianni ombra di se stesso che estrae uno scimpanzè dal pelo di quell'immenso gorilla di cartone e lo elegge a figlio prediletto, unica spiegazione di una parabola umana che confonde l'uomo con l'animale e vice versa, mi piace Geraldine Fitzgerald con i lunghi capelli bianchi mentre davanti a Depardieu confessa che non può pensare di vivere senza amore e nel muro della sua camera da letto campeggia la foto di quel gorilla gigante che al calar della notte sembra dissolversi totalmente fino alla testa, mi piace il cinema di Ferreri così com'è e senza perchè, perchè i perchè spesso sono seguiti da altri perchè mentre ogni tanto un film può apparire affascinante solo con l'immagine di se e il perchè è solo una parola su un muro nello scantinato di Lafayette.

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