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Il navigatore

Regia di Buster Keaton, Donald Crisp vedi scheda film

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Eliaabbondanza

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La recensione su Il navigatore

di Eliaabbondanza
9 stelle

Una meraviglia,una gioia per gli occhi,irresistibile e geniale,proprio come il suo autore: un Buster Keaton in stato di grazia.

Una meraviglia! Ecco cos'è questo gioiello del cinema comico muto: una meraviglia, una gioia per gli occhi. Semplicemente irresistibile, straordinariamente geniale, proprio come il suo artefice, un Buster Keaton in stato di grazia. Che artista! Il suo contributo al cinema comico è paragonabile per influenza, innovazione e importanza a quello messo in atto per il cinema drammatico da Ejzenstejn e Griffith. Al giorno d'oggi si parla ( veramente) troppo poco di lui, del suo estro, della sua creatività,  delle sue trovate, del suo Cinema ( cinema che ha fatto ridere,  divertire, intrattenere, sognare migliaia di persone negli anni'20 e all'inizio degli anni'30, per poi subire un lento ma inesorabile declino con l'avvento del sonoro, portando Keaton, scosso anche dall'improvviso crollo della sua vita coniugale, alla dipendenza da alcool, a una voglia sempre più potente e lancinante di autodistruzione: deluso, spaesato, incredulo). La televisione non trasmette mai le sue pellicole ( concedendo più spazio alle comiche di Stan Laurel e Oliver Hardy, gli unici, o quasi, appartenenti a quel periodo ad essere ancora oggi ricordati e celebrati adeguatamente), e tra i giovani cinefili c'è un preoccupante calo di curiosità, curiosità che forse li spingerebbe a rovistare di più tra gli albori della settima arte ,ad approfondire maggiormente la loro passione,  a non ignorare l'importanza e la grandezza dell'epoca del muto, nonche' l'influsso che tutt'oggi esercita sui cineasti di tutto il mondo. Infatti, nel corso degli anni, sono stati molteplici i registi e interpreti che hanno omaggiato Keaton, estasiati, attirati dalla sua arte: Jacques Tati (con il suo monsieur Hulot), Mario Monicelli( vedasi la corsa finale nella macchina, al cui freno è collegata una bomba, nel film co-diretto con Steno "Totò cerca casa "), Woody Allen (specialmente nella prima parte della sua carriera, con Il dormiglione e Prendi i soldi e scappa), Steven Spielberg (con la serie Indiana Jones, le cui roccambolesche e pirotecniche imprese possono in qualche modo rimandare alle disavventure di Keaton), la coppia Sellers- Edwards ( che ha dichiarato in più occasioni di essersi ispirata a lui per la costruzione dei personaggi dell'ispettore Clouseau e di Hrundi V. Bakshi), Jackie Chan, perfino i cartoni animati dei Looney Tunes realizzati da Chuck Jones! È quindi un peccato constatare che la sua eredità artistica stia( parzialmente )scivolando nel dimenticatoio. Lavori come Accidenti, che ospitalità!( superlativa satira ancora attuale sugli usi e costumi del sud degli Stati Uniti), Il cameraman( somma riflessione sulla natura dell'arte, dove, tra l'altro ,compare una delle partite di baseball più irreali e spassose che il cinema abbia mai realizzato) e Le sette probabilità ( che ha all'attivo una memorabile sequenza di inseguimento finale) sono tuttora godibili, divertenti, ricchi di invenzioni registiche all'avanguardia, coinvolgenti, surreali( non è un caso che tra i suoi estimatori vi sia Luis Buñuel, la cui decisione di intraprendere la carriera cinematografica é stata dettata  dalla visione di La palla n.13! ), ben lontani dal sentimentalismo e dal pathos di Chaplin, esattamente come molte delle sublimi comiche girate a inizio carriera( in particolar modo "Poliziotti" e "Sogni ad occhi aperti") , cortometraggi che meriterebbero di essere proiettati nelle scuole per inculcare alle nuove leve la magia, lo splendore della settima arte, l'essenza dell'umorismo e della comicità( assieme alle pellicole di Harold Lloyd, Charlot, Groucho Marx , W.C .Fields, Bo Hope...se questo accadesse ci sarebbero più speranze per il futuro...). Purtroppo, al contrario del suo illustre collega Chaplin( che seppe abbandonare il ruolo del vagabondo per cimentarsi in progetti differenti e ambiziosi, arrivando ugualmente a raggiungere vette insormontabili, quali Monsieur Verdoux , e Il grande dittatore) Keaton non è riuscito a trasformare e rinnovare adeguatamente il suo personaggio secondo le norme commerciali richieste, non e' riuscito a coniugare il suo umorismo prevalentemente fisico con l' umorismo di parola, conscio che il connubio non avrebbe mai funzionato ( nonostante le ottime capacita' vocali dell'attore) : il suo stile era troppo legato all'effetto visivo, alla slapstyck, violenta, irrefrenabile, travolgente. Lasciò quindi i panni di regista e creatore, limitandosi dapprima a farsi dirigere da altri cineasti in pellicole di cui, comunque, rimaneva il protagonista ( raggiungendo ad ogni modo qualche risultato piacevole, come il sottovalutato " Carambola d'amore", ma non riuscendo più a tornare ai picchi degli anni passati), poi ad accettare parti secondarie sempre più marginali in film dimenticabili e di scarso rilievo, a volte vere e proprie apparizioni( prima della rimonta avvenuta all'inizio degli anni'60, dove, oltre alla consegna dell'oscar alla carriera e al restauro di numerosi suoi capolavori, ottenne, un anno prima della sua morte, un ruolo da protagonista nel prestigioso, sperimentale,indimenticabile cortometraggio FILM, scritto da S. Beckett  e diretto da Alan Shneider, regalandoci un intenso, struggente testamento artistico di rara bellezza), di cui vanno citate almeno due: quella in Luci della ribalta( come non citare il meraviglioso, sublime duetto tra lui e Chaplin, unica, pregevole occasione per vedere questi due mostri sacri recitare uno accanto all'altro) e quella in Due marines e un generale. Quest'ultimo, a dire il vero, é un prodotto alquanto dozzinale, scontato, privo di valore, sgangherato, ma rimane comunque interessante il confronto tra antico e moderno, tra comicità visiva e comicità parlata: quello tra Keaton e la coppia sicula Franchi e Ingrassia, duo di interpreti fantastici e dalle grandi risorse ( mai veramente comprese e sfruttate appieno) che in sua compagnia (in preda all'ammirazione e consapevole dell'enorme e rara opportunità che tale occasione gli offriva) seppe dare il  meglio di sè( come ricorda il regista Luigi Scattini in un intervista:" Franco Franchi  era preso da Keaton in modo incredibile,  lo guardava, osservava ogni movimento che faceva; lui capiva che era oggetto di ammirazione da parte dei due, e si sentiva lusingato."), ricordando negli anni a venire questa collaborazione come l'esperienza più significativa ed emozionante di tutta una carriera(da un intervista fatta a Franchi:" Buster Keaton? Che uomo meraviglioso, che attore! Degno di Chaplin, il gran mostro, e forse in certe cose maggiore di lui.Lei mi chiede se non rideva proprio mai fuori scena? Macché, era allegrissimo, simpatico, gioviale, pieno di battute. Ma poi, come la macchina da presa lo inquadrava,tac, come se gli avessero calato una maschera. Diventava di marmo, quella sua faccia cosi scintillante di spirito..."). 

IL NAVIGATORE,oltre ad essere uno dei migliori esempi della sua capacità di far cinema, di far ridere ed insieme emozionare, é uno dei miei preferiti all'interno del suo itinetario. Dopo un esemplare prologo ,magnificamente diretto e congegnato, ci si getta a capofitto in una folle odissea dal movimento frenetico e inarrestabile, una lotta per sopravvivere da cui emergono garbate annotazioni satiriche sul rapporto tra i due sessi e sull'ozio di una certa nobiltà ( memorabile a tal proposito la sequenza in cui i due protagonisti, entrambi viziati e abituati a non fare niente da soli, tentano di farsi per la prima volta in vita loro da mangiare ,con esiti totalmente disastrosi e fallimentari) ,  ormai totalmente inerme e annoiata davanti al troppo benessere. Pieno di ritmo e di brio, con un perfetto utilizzo dei meccanismi comici, dello spazio,degli oggetti e della fisicità ( Keaton é consapevole delle sue immense potenzialità di acrobata e clown, e le sa impiegare in maniera impareggiabile, con grande maestria e professionalità), notevole per il miracoloso tempismo e per l'abilità nel far scattare la risata con cui Keaton ha saputo mettere in atto le varie gag( molte delle quali andrebbero inserite in un ipotetica antologia dei suoi pezzi di bravura più eccelsi) arrivando a creare una trama coesa, armoniosa e mai frammentaria che sprigiona qua e là momenti, lampi di strepitosa buffoneria.Grande spasso,con un finale carico di suspene e tensione davvero avvincente! Nonostante sia passato quasi un secolo dalla sua prima uscita nelle sale, non risulta affatto datato,anzi :raramente mi sono divertito tanto come durante la visione di questa pellicola, la cui stupefacente riuscita non é dovuta solo alla successione continua di gag grandiose o dall'armonia con cui queste riescono ad ammalgamarsi  alle situazioni e ai personaggi narrati ,  quanto alla sua capacità di essere superlativa ad ogni livello ( umorismo, suspence,studio dei personaggi e precisione tecnica!) .Vorrei concludere citando una frase di Mario Monicelli:" Per eseguire la farsa, che rimane la forma comica più alta e difficile,occorrono tempi perfetti: una sola sbavatura,un secondo di più o di meno compromette il risultato, e la risata se ne va. I caratteri,che erano fissi come maschere,dovevano essere pennellati con precisione assoluta." In questo Keaton é stato un maestro, riuscendo nell'impresa meglio di chiunque altro. Ed è per questo che Il navigatore é un film da recuperare il più presto possibile!

Voto:9/10.

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