Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Dopo I pugni in tasca (1965), Marco Bellocchio dirige un altro film incentrato sulle nevrosi insite nei rapporti tra consanguinei. Mauro è un giudice frustato, il quale è attaccato alla sorella - ancora vergine in tarda età - da un rapporto tra il patologico e il morboso, e si oppone ogni volta sottilmente ai tentativi della donna di allentare il legame che li tiene uniti. Con qualche digressione forse un po' eccessiva e straniante (le scene dedicate al criminale-artista Giovanni, interpretato da Michele Placido) il film non ha la compattezza e la tensione drammatica de I pugni in tasca, ma è comunque un buon lavoro e conferma Bellocchio attento esaminatore delle piaghe più recondite dei rapporti famigliari.
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