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Salto nel vuoto

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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La recensione su Salto nel vuoto

di mm40
6 stelle

Il terrore della follia è la base di tutta la storia, ciò di cui essa si nutre, mentre la maniera in cui si manifesta è il suo inizio e la sua conclusione, con due 'salti nel vuoto' che coinvolgono il protagonista, prima indirettamente e quindi direttamente. Ma c'è anche un salto metaforico ed è evidentemente quello tutto mentale che il giudice e la sorella compiono inavvertitamente; Bellocchio ritorna sui suoi passi, mettendo in scena i disturbi mentali fra le mura domestiche (I pugni in tasca) ed organizzando la disfatta in grande stile di una persona che ha molto da nascondere (e sa bene come farlo) esattamente come Ferreri una dozzina d'anni prima fece con Dillinger è morto (nel quale c'era lo stesso protagonista e che si svolgeva pressochè interamente, come questo Salto nel vuoto, all'interno di un appartamento). Qui però, a differenza di Dillinger, una trama logica vera e propria c'è, seppure dilatata in centoventi minuti in cui silenzi e dialoghi si alternano, così come quiete e violenza (epico il 'sacco' di Sciabola/Placido in casa di Ponticelli/Piccoli, che si chiude con un oltraggioso getto di urina in pieno salotto). Una specie di rappresentazione delle fasi alternate di un disturbo depressivo, peraltro. Ottimo tris di protagonisti - Piccoli, Placido, Aimée - e finale necessariamente tragico. 6,5/10.

Sulla trama

Un giudice sulla cinquantina vive con la sorella, che comincia a dare segni di squilibrio. Lui intanto indaga sulla morte di una donna, volata giù da una finestra; viene così a conoscere Giovanni Sciabola, poco di buono indiziato di omicidio. Sarà l'inizio della fine.

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