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Quando eravamo re

Regia di Leon Gast vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quando eravamo re

di maghella
10 stelle

ALI' BOMA YE'

 

Ovvero “Alì uccidilo”...uccidi George Foreman, il grande campione dei pesi massimi americano...Il film “Quando eravamo re” (preferisco il titolo originale “When We Were Kings”) potrebbe riassumersi così, con questa frase.

 

Il grande Match di tutti i tempi, quello tra Mhuammad Alì e George Foreman a Kinshasa nello Zaire il 10 ottobre del 1974, quando Mhuammad Alì aveva già 32 anni, per il titolo mondiale, che in quell'anno lo deteneva appunto il gigante Foreman.

 

Il film documentario racconta quello che è tutto il percorso che i due pugili fanno per arrivare a quell'incontro...Ma soprattutto è il grande Alì che ne esce vittorioso già dalle prime immagini: spaccone ma simpatico, strafottente ma ammiccante, fanatico ma di sani principi...Mhuammad Alì è decisamente un eroe dei nostri tempi, forse ormai di quelli già passati, uno sportivo che ha fatto della sua disciplina, un messaggio per i diritti civili, insegnando veramente quanto possa essere esaltante essere un campione anche senza la cintura che lo dimostra.

 

Il film parla di una storia di neri americani che portano il grande evento in Zaire, in Africa, dove all'epoca c'era uno dei più sadici e crudeli dittatori Mobuthu, che per quell'occasione mette in palio 5 milioni di dollari per ogni pugile...una cifra impensabile per qualsiasi altro Paese capitalista.

 

Viene organizzato il tutto da Don King, il noto manager “trappolone”, che riesce a portare anche James Brown, B.B. King, Gli Spinners e tanti altri gruppi musicali di neri...Il film diventa subito colorato e tanto musicale: gli allenamenti dei due pugili, le canzoni, e soprattutto la gente africana che adora Alì, lo osanna, lo vede come un dio in terra...e comincia a seguirlo quando lui si allena per strada correndo, corrono con lui gridandogli “Alì boma yè”....Alì uccidi...uccidi Foreman, uccidi tutto quello che non ci vuole così come siamo, ridacci la nostra identità, il nostro orgoglio di popolo africano...E Alì si gasa e monta la sua rabbia rendendo potenti le sue braccia e loquace la sua lingua, offende continuamente Foreman, ad ogni occasione: “Sei brutto, sei debole, hai paura, sei un buffone”...Foreman rimane incredulo, lui così sicuro, più giovane, campione, una leggenda per il pugilato...Sa che batterà Alì.

 

Per un incidente negli allenamenti di Foreman, l'incontro viene rimandato di 6 settimane..La tensione sale, la musica continua, un enorme circo mediatico, fatto di giornalisti, ballerini, donne bellissime, droga...e quanto altro si può immaginare, ma su tutto e tutti sempre Alì, bello come il sole, si consacra a Dio e continua a dire che lui ballerà sul ring, che Foreman non lo vedrà neanche, danzerà....

 

E Foreman si allena a bloccarlo alle corde...Vederlo allenare è una goduria per gli occhi: questo gigante che lascia una “fossa” nel sacco con i suoi potenti cazzotti, è di una bellezza paragonabile nel vedere uno scultore che lavora il suo marmo.

 

Arriva l'incontro: Alì vs Foreman.

 

Alì dice qualcosa a Foreman quando l'arbitro li fa salutare con i guantoni, e non smetterà di dirgli i vari insulti durante tutto l'incontro “non mi fai niente”, e Foreman lo chiude alle corde, “mi stai accarezzando” e Foreman lo riempie di cazzotti potenti...Ma Alì lo coglie di sorpresa, con un perfetto 1-2, usando il destro come se fosse un sinistro, compiendo una torsione del busto da manuale, facendo barcollare il gigante sia per il dolore ma anche per la sorpresa per un colpo così umiliante da subire per un campione. Alì non danza, rimane piegato sulle corde a prendersi tutti i cazzotti di Foreman, come il suo popolo le ha prese per secoli. Alì si è allenato a prendere cazzotti, non a danzare, in quelle 6 settimane.

Alla fine del secondo round Alì ha paura, è grosso giovane e forte Foreman, lui non è più giovane, è veloce ma non basta con lui...allora chiede forza al suo pubblico e arriva l'ondata di amore sul ring, con il coro di “Alì boma yè”...e Alì rimane sulle corde, lascia stancare Foreman facendosi riempire di cazzotti, lo sfinisce...ad un certo punto cade, si rialza...di nuovo si prende tutte le botte sul viso, sui fianchi...Ma poi, improvvisamente si fa avanti, lo scopre, con un cazzotto violentissimo, lo coglie di sorpresa sul viso, Foreman rimane di nuovo sorpreso, alza quasi le braccia e cade a terra...Mhuammad Alì diventa campione del mondo.

 

Foreman uscirà dall'incontro distrutto, passerà anni di forte depressione...Alì ne esce consacrato a grande eroe, ma entrambi sono stati davvero unici in questa impresa. Cosa c'è di più bello di due uomini che si battono lealmente, riuscendo a seguire una tecnica di combattimento, anche quando la paura e la lucidità sembra abbandonarli. Quanto deve essere dura perdere, ma quanto esaltante vincere, mai come nel pugilato le due facce della medaglia rimangono ben distinte. Alì rimane il grande campione, il pugile dei diritti umani, ogni cazzotto dato è stato armato dalla forza di rivalsa.

“Alì boma yè”.



                                          "libertà per Jafar Panhai"

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