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Christine. La macchina infernale

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Christine. La macchina infernale

di Baliverna
8 stelle

Non è tra i migliori film di Carpenter, ma certo non è un'opera da tre soldi. La stoffa del regista si riconosce, dallo stile e dai temi a lui cari. Uno di questi è sicuramente il male assoluto, personificato ora in un personaggio (il maniaco di Halloween) o in una cosa , che qui è una macchina (anche il mostro de "La cosa"). Queste entità hanno in comune una particolare ostinazione, direi sovrumana, nell'uccidere e nel compiere appunto il male; hanno anche in comune la quasi invincibilità, l'eterno rigenerarsi, l'estrema difficoltà a colpirle e a renderle inoffensive.
Questo film, tramite l'idea di questa macchina assassina dotata di forza e volontà proprie, può contare su alcune buone idee, con le quali la vicenda risulta più affascinante e suggestiva. Non so se siano di Carptenter o di Stephen King. Giusto per dirne un paio, penso all'autoradio che si accende da sola in prossimità di un omicidio e fa sentire musica anni '50 e i vetri bruniti di certe scene. Un altro elemento interessante è secondo me il protagonista (bravo Keith Gordon), e la sua metamorfosi da timido e pavido ragazzotto a persona strafottente, violenta, prepotente, megalomane. La macchina infernale, esercitando su di lui una misteriosa attrazione, lo trasforma a poco a poco in una persona demoniaca, molto peggio dei teppisti della sua scuola. Tra lui e la diabolica autovettura si crea un legame perverso che comporta una perversa fedeltà, con una corrispondente gelosia omicida.
Forse Carpenter intendeva rappresentare, di molto esagerati, gli eccessivi attaccamento e passione di certa gente per la propria macchina, che amano più della fidanzata o della moglie. Mentre il ragazzo cerca di negare, la ragazza lo inchioda: quanto tempo dedichi a me e quanto a "lei"? Buffo è però che più lui si trasforma in una persona spaventosa, più lei è accomodante e comprensiva. Il finale è in tipico stile di Carpenter.
Dopo anni di passaggi in un orrendo formato immagine 1:33 (Pan & Scan), per la nuova edizione TV qualche tecnico ha ritenuto che non era il caso di concedere finalmente il formato originale di 2:35, ma di limitarsi a 1:78. E' proprio il caso di citare il proverbio del lupo e del vizio.

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