Regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne vedi scheda film
E' quasi un documentario l'opera prima dei fratelli Dardenne, che hanno le idee già belle impresse nella loro mente. Il loro film è quasi da dogma: macchina fissa in spalla, il personaggio che viene seguito attentamente, cogliendone le sfumature del viso, il carattere. Un'opera che brucia di rabbia, per una realtà sempre più spesso ingiusta, che è difficile mutare. I Dardenne qui hanno la speranza che un mondo migliore possa venire dalla nuova generazione, che possa avere dei valori che si contrappongono a quelli dei genitori (qui il padre, razzista). Non è perfetto, ma lasciamoli maturare questi registi.
Un ragazzo si oppone al razzismo di suo padre e decide di aiutare una giovane eztracomunitaria in difficoltà.
Qualche attore, e con qualche modifica in fase di sceneggiatura.
La ragazza extracomunitaria, che aspetta invano il ritorno di un uomo che è morto. Solo alla fine il ragazzo troverà la forza di dirglielo. Non è una grande recitazione, ma tutto sommato la donna si comporta come si sarebbe comportata nella realtà. Quindi si limita a fare quello che avrebbe fatto una al suo posto, con meno espressività. Una delle pecche del film.
E' il padre, quello che odia gli extracomunitari, che è contento solamente quacndo sganciano i soldi dell'affitto o del riscaldamento. E' su di lui che si regge il film, sulla sua ottima intrpretazione, tanto che i Dardenne hanno voluto che recitasse pure nell'ultimo IL FIGLIO (in cui sarà un padre del tutto diverso che da qui!!). Una rabbia e una violenza contro tutto e tutti!
La riscossa della nuova generazione, che sa cosa è giusto e cosa sbagliato. I Dardenne non vogliono però neppure calcare troppo la mano su questo fatto. Non è detto che pure il ragazzo non sia razzista, come il padre. Solo che non vuole che la donna venga destinata alla prostituzione, così si ribella ed inizia ad aiutarla. Per essere un ragazzino, recita più che bene, vorrei vederlo in un altro film.
Naturalmente esprimerò un giudizio unico per entrambi i registi, che sono fratelli. Ambientano la vicenda nel Belgio odierno, (come anche le successive storie) e ci narrano una delle tante, piccole, tristi storie dei nostri tempi: immigrazione clandestina, lavoro nero, padri senza scrupoli. Il ragazzo si trova coinvolto col padre nella triste vicenda, ma decide di cambiare, ed è questo scontro che anima la seconda parte del film. E' un film che fa riflettere e che andrebbe proiettato in tutte le scuole, proprio perchè scomodo a molti.
Naturalmente esprimerò un giudizio unico per entrambi i registi, che sono fratelli. Ambientano la vicenda nel Belgio odierno, (come anche le successive storie) e ci narrano una delle tante, piccole, tristi storie dei nostri tempi: immigrazione clandestina, lavoro nero, padri senza scrupoli. Il ragazzo si trova coinvolto col padre nella triste vicenda, ma decide di cambiare, ed è questo scontro che anima la seconda parte del film. E' un film che fa riflettere e che andrebbe proiettato in tutte le scuole, proprio perchè scomodo a molti.
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