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Il carniere

Regia di Maurizio Zaccaro vedi scheda film

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La recensione su Il carniere

di Donapinto
8 stelle

Tre amici italiani, Renzo (Massimo Ghini), suo fratello Roberto (Roberto Zibetti) e Paolo (Antonio Catania), si recano con la loro auto in Jugoslavia per una battuta di caccia al cervo. Non trovano pero' Boris, la guida con la quale si erano accordati. Accetta di fare loro da guida, molto controvoglia e piuttosto preoccupata, Rada (Pareskeva Djukelova) la figlia di Boris, una ragazza diffidente e poco socievole. Durante la battuta, Paolo viene inspiegabilmente ferito alla gamba da un colpo di fucile esploso da sconosciuti. Qualcosa di tremendo sta' per accadere.                                                                                                                                                                                                                                                         Mi dispiace che questo bel film di Maurizio Zaccaro, allievo di Ermanno Olmi e regista dell'affascinante LA VALLE DI PIETRA e dell'interessante giallo metafisico DOVE COMINCIA LA NOTTE, sia stato accolto tiepidamente da critica e pubblico e vittima di una pessima distribuzione nelle sale. IL CARNIERE e' uno dei pochi film girati che parlano della controversa guerra civile combattuta in Jugoslavia nella prima meta' degli anni 90', con l'ONU e le potenze occidentali a fare da spettatori. Una spietata e sanguinosa guerra fraticida dove i figli arrivano a uccidere i loro padri. Una pellicola, che a quanto ricordo, sembra ispirarsi alla realta', con dei cacciatori italiani che andavano spesso a caccia in Croazia e che si ritrovarono coinvolti nel conflitto balcanico, anche se nel film non viene specificata la localita'. Il sospetto comunque e' che l'azione si svolga in Bosnia. Zaccaro gira con semplicita' e onesta', un film di grande impegno civile e di notevole impatto emotivo, che ci mostra la tragedia di un popolo, visto attraverso gli occhi di questi cacciatori che diventano, loro malgrado, "cacciati" e che sperimenteranno sulla loro pelle cosa significa diventare dei profughi. Molte le pagine da ricordare: le suggestive scene di caccia immerse in una splendida natura incontaminata con un'altrettanto suggestivo commento musicale, l'entrata in citta' dei carri armati che fanno tremare i lampadari dell'albergo dove sono stipati i profughi con i volti terrorizzati dei bambini, strade deserte, case distrutte e auto incendiate. Bellissimo il finale. L'unico limite puo' essere rappresentato da una confezione a tratti un po' troppo televisiva. Ok tutti gli attori, un po' impacciato il giovane Roberto Zibetti. In particolare emergono i personaggi di Carlo ( Leo Gullotta) un giornalista sportivo che si improvvisera' suo malgrado corrispondente di guerra, quello di Rada, la ragazza serba interpretata dalla bravissima attrice bulgara Pareskeva Djukelova, ambigua e scontrosa, ma che fara' di tutto per salvare i tre protagonisti, e il personaggio di Milan, un'individuo sanguigno e aggressivo, che in uno squalliduccio night club insulta Paolo e Roberto, "italiani mangiapasta di merda", per poi mettere a repentaglio la propria vita pur di salvarli. Zaccaro in seguito dirigera' per il cinema UN UOMO PER BENE, film che narra la vicenda giudiziaria di Enzo Tortora, per dedicarsi poi solo a regie televisive e documentari.                                                                                                                                                   

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