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Le ereditiere

Regia di Marcelo Martinessi vedi scheda film

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ManuelaZarattini

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La recensione su Le ereditiere

di ManuelaZarattini
8 stelle

Toc, toc, toc, toc,...

E' il rumore dei passi delle persone che abitano e si aggirano nelle stanze della casa di Chelo.

Dove il pavimento non si vede mai ma lo si immagina antico, magari di un prezioso legno che risuona ai colpi mesti di chiunque lo calpesti. Perché la casa è una dimora patrizia, che racconta di antiche e solide ricchezze ma che ormai si va spogliando a poco a poco dato che quei fasti ereditati devono essere venduti. E così, nel vuoto fisico e nell'anima che si sta via via profilando, il rumore dei passi lo si avverte sempre più nitido e secco.

Questo film è un piccolo gioiello che racconta una storia che non si può raccontare perché è tutta narrata nelle espressioni e nei silenzi di Chelo, l'ereditiera decaduta, e di Chiquita, la sua convivente. Chelo è ormai non più giovane e probabilmente è vissuta in un modo quasi infantile, sempre accudita da persone di servizio e mantenuta per anni dai possedimenti familiari. E così non è mai diventata adulta. Accade però che nel periodo in cui Chiquita è assente per una detenzione Chelo riesce a conquistarsi, con fatica e sofferenza, una sua autonomia come persona.

E così capisce che non si può più tornare indietro.

Bravissime le protagoniste, inclusa Pati, l'umile e taciturna cameriera inizialmente disprezzata da Chelo e che invece sarà poi l'unica a capirla con tenerezza e profondo affetto.

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