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BlacKkKlansman

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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La recensione su BlacKkKlansman

di Eric Draven
8 stelle

Topher Grace, Adam Driver, Spike Lee

BlacKkKlansman (2018): Topher Grace, Adam Driver, Spike Lee

 

Ebbene, recensiamo l’ultima grande pellicola di Spike Lee, BlacKkKlansman, vincitrice del Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes e candidata a sei premi Oscar, fra cui Miglior Film e Miglior Regia. Che ha intascato giustamente la statuetta per la Migliore Sceneggiatura non Originale per l’ottimo adattamento, compiuto dallo stesso Lee assieme agli sceneggiatori Charlie Wachtel, David Rabinowitz e Kevin Willmott, dell’omonimo libro autobiografico di Ron Stallworth, edito dalla Feltrinelli col sottotitolo Un poliziotto nero dentro il Ku Klux Klan.

Di cui estrapoliamo la sinossi ufficiale che ricalca piuttosto fedelmente la trama stessa, ovviamente, del film.

 

 

Stati Uniti, 1978. Ron Stallworth è il primo detective afroamericano a entrare nel dipartimento di polizia di Colorado Springs e il suo arrivo, in un periodo di profondi sconvolgimenti sociali, non è gradito ai colleghi bianchi. Gli viene affidato un incarico di routine: leggere i giornali e segnalare attività insolite e potenzialmente pericolose. Così, un giorno, tra gli annunci, legge: «Ku Klux Klan per informazioni: casella postale 4771 Security, Colorado...» e decide di rispondere. Dice di essere un “Bianco” difensore della purezza razziale, preoccupato del fatto che «i negri stiano prendendo il sopravvento» e quindi interessato a sapere cosa bisogna fare per affiliarsi al KKK. Da quel momento, inizia la più incredibile e straordinaria missione sotto copertura della Storia. Grazie alla coraggiosa collaborazione di un collega, Chuck, la sua «controfigura» bianca, Ron riesce a entrare nel Klan con inattesa facilità e perfino a contattare il Gran Maestro, David Duke. Dopo alcune azioni di sabotaggio, però, il pericolo di essere scoperto e di pagare con la vita diventa sempre più concreto.

 

Ron Stallworth, autore come detto del libro e anche protagonista di quest’assurda, paradossale, allucinatoria e apparentemente straordinaria storia così realmente accaduta d’apparirci eccezionalmente incredibile, è interpretato da John David Washington. Figlio a sua volta, nella vita reale, del mitico Denzel Washington. Attore che, ça va sans dire, come noi tutti sappiamo è stato ed è ancora uno degli attori preferiti da Spike Lee. Le sue prove in Malcolm XMo’ Better BluesHe Got GameInside Man parlano da sé. E mi par del tutto superfluo e pleonastico soffermarsene.

John David Washington, per la sua brillantissima, coraggiosa performance scoppiettante e funambolicamente istrionica, è stato nominato ai Golden Globe.

Ed è qui affiancato da un altrettanto convincente Adam Driver. Candidato invece come Migliore Attore non Protagonista agli Oscar e battuto per un soffio da Mahershala Ali di Green Book.

Nel libro, come scritto sopra, il suo personaggio si chiama Chuck, mentre nel film il suo nome è Flip Zimmerman.

Sono soprattutto loro due, Washington e Driver, appunto, perfettamente affiatati e dai tempi attoriali sincronicamente perfetti, come direbbero gli americani, bravissimi nei rispettivi timing, sostenuti da dialoghi impagabili, i trascinatori di BlacKkKlansman. Il film che segna, dopo qualche pellicola piuttosto controversa e decisamente poco efficace, dopo una decina abbondante d’appannamento artistico, il ritorno en pleine forme d’uno Spike Lee ai suoi massimi livelli più smaglianti.

Il quale, senza mai scadere nella retorica e nella ruffianeria didascalica, firma ancora una volta magistralmente un j’accuse perentorio e violentissimamente sardonico contro il razzismo e ogni forma belligerante e bigottamente dittatoriale di malsana ideologia nazi-fascista. Inscenando una storia che, sotto gli abiti di una commedia in forma di thriller goliardico, diventa un’acuta, pungentissima burla intelligentissima contro ogni forma di segregazione non solo razziale. Alternando scene di pura azione concitata a siparietti tragicomici esilaranti. Allestendo un campionario fenomenale di geniali battute al vetriolo che colgono davvero nel segno. Smontando pezzo per pezzo, con classe finissima e tagliente canzonatura iper-cinica, un’America e un mondo dominato dalle caste, asservito al potere più squallidamente manicheo e discriminatorio.

Sì, con la scusa di un film all’apparenza leggero e assai spassoso, come sempre Spike Lee non risparmia nessun sacrosanto colpo basso a un sistema fariseo e bugiardissimo.

Che lui appunto, parimenti, sbugiarda con identica, provocatoria cattiveria follemente stronza e dirompente.

Non so se Spike Lee con BlacKkKlansman abbia realizzato un capolavoro a tutti gli effetti, sicuramente è fra le incontestabili, migliori pellicole dello scorso anno.

 

 

 

 

di Stefano Falotico

 

 

 

John David Washington

BlacKkKlansman (2018): John David Washington

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