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I fratelli Sisters

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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Cast I fratelli Sisters

A dirigere  I fratelli Sisters è Jacques Audiard, regista, sceneggiatore e montatore francese. Nato a Parigi nel 1952, Audiard è figlio del realizzatore francese Michel Audiard ed era destinato a divenire professore se durante i suoi studi in Letteratura non avesse scoperto la passione per il cinema, abbandonando l'università e cominciando a lavorare come assistente alla regia per Roman Polanski (L'inquilino del terzo piano) e come montatore per Patrice Chéreau (Judith Therpauve).

 

I primi lavori di Audiard come sceneggiatore risalgono all'inizio degli anni Ottanta, durante i quali collabora anche con il padre alla stesura del copione di Mia dolce assassina. Il suo primo film da regista è invece datato 1994: Regarde les hommes tomber, un road movie interpretato da Mathieu Kassovitz e Jean-Louis Trintignant, selezionato dalla Semaine de la Critique. Due anni dopo ha firmato Un héros très discret che, da un romanzo di Deniau, ha vinto il premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes 1996. Divenuto apprezzato regista, nel 2002 ha proposto il thriller Sulle mie labbra e nel 2005 Tutti i battiti del mio cuore, presentato al Festival di Berlino. La consacrazione definitiva gli è arrivata nel 2009 quando con Il profeta, racconto dell'ascesa di un giovane delinquente magrebino, si è visto conferire la Palma d'Oro al Festival di Cannes, premio che gli verrà attribuito anche nel 2015 con Dheepan. A Cannes ha presentato nel 2012 anche l'atteso Un sapore di ruggine e ossa, tornando però a casa a mani vuote nonostante il plebiscito della stampa francese.

 

In  I fratelli Sisters Audiard ha scelto di dirigere attori americani per ragioni che lui stesso ha spiegato: "Per Dheepan ho lavorato con attori non professionisti che parlavano tamil. Sono andato verso qualcosa a me ignoto e ciò mi ha permesso di confrontarmi meglio con la nozione di "straniero". In un certo senso,  I fratelli Sisters continua questo tipo di approccio. Si tratta di un film western, un genere a me quasi sconosciuto, girato in inglese ma in Romania e in Spagna e interpretato da attori americani. Di certo, c'era di che non annoiarsi. Lavorare con un attore americano per me rappresentava una sfida. Hanno un modo diverso di approcciarsi al set e si impongono sullo schermo in maniera diversa rispetto ai francesi. Il motivo è semplice: per loro è un lavoro a tutti gli effetti e lo svolgono scrupolosamente. Si preparano ai ruoli studiandoli nel minimo dettaglio, immergendosi in realtà del tutto sconosciute e impadronendosi dell'inquadratura. Basti guardare come lavora Joaquin Phoenix, scelto per il ruolo di Elie Sisters per capirlo. Dei due fratelli, Elie è il minore ma nonostante ciò è colui che fa da capo. Charlie, il più grande dei due interpretato da John C. Reilly, ha perso il suo diritto di nascita. Li abbiamo immaginati come due bambini: sono due vecchi cowboy ma in realtà è come se fossero dei dodicenni. La loro rapporto di fratelli non è mai stato messo in discussione: è come se fossero rimasti sempre ragazzini. Lavorano solo in duo (anche a causa di qualcosa che li riporta a un momento irrisolto della loro infanzia) e pian piano cominciano ad avere divergenze che portano Elie su tutt'altra strada.

 

Il loro racconto procede parallelamente a quello del duo formato da Warm e Morris. Lo spettatore immagina che il loro incontro sarà il punto finale della storia, l'epico scontro, ma così non è: quando si incontrano,  I fratelli Sisters prende una piega del tutto diversa. Creando Warm e Morris quasi dal nulla, almeno per quanto riguarda la loro dimensione utopica e politica, abbiamo dato una svolta al racconto offrendo a Elie un nuovo orizzonte di vita che lo porta a contestare l'autorità del fratello. Warm e Morris sono impersonati da Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed.

 

Ma nel cast del film ci sono anche Rebecca Root (è Mayfield, a capo di una delle cittadine in cui i Sisters si fermano), Allison Tolman (è la ragazza del saloon), Rutger Hauer (è il Commodore) e Carol Kane (è la mamma dei Sisters, che appare nel finale tanto ironico quanto onirico)".