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Fuga da Los Angeles

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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Fabrizio_Giovanardi

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La recensione su Fuga da Los Angeles

di Fabrizio_Giovanardi
7 stelle

Fa quasi impressione, 15 anni dopo, rivedere Kurt Russell nelle vesti di Jena Plissken. Invecchiato, sì, ma più cazzuto di prima: l'età avanzata conferisce al personaggio quel non so che di carisma in più che devo dire fa il suo grande effetto. Comunque, questo "Fuga da Los Angeles" non è altro che un remake del precedente 1997: fuga da New York (E non un seguito come molti credono). Le dinamiche narrative sono quasi le stesse: il presidente degli Stati Uniti ha bisogno di recuperare una preziosa valigetta perduta nel mega carcere di Los Angeles, e incarica Jena "Snake" Plissken di farlo in sole otto ore. Il film, anche in queto caso abbastanza trascurato e considerato un film per lo più commerciale, merita invece di essere comunque analizzato e considerato. Perchè, nonostante si tratti di un remake di un proprio film, è pur sempre Carpenter. Dalla trama non ci aspettiamo niente di particolarmente nuovo, certo, ma a livello registico e di trovate visive siamo sempre su un livello ottimo. Questa volta il regista può contare anche sull'utilizzo parziale del digitale (con risultati altalenanti) e sbizzarrirsi con scene particolarmente ignoranti. Il messaggio politico è sempre presente, reiterato dal film precedente con la sola aggiunta del rivoluzionario comunista (che ricorda El Che) che cerca di "spegnere" il pianeta e di attaccare la Florida con una flotta da Cuba. Il ritmo del film è serrato, il montaggio come al solito incredibile e, inutile negarlo, ci si diverte tantissimo. Il personaggio di Snake non stucca mai, ma anzi ci fa venire a tutti voglia di cavarci un occhio e di farci partire la vena anarchica. Sicuramente non uno dei migliori Carpenter, ma neanche l'immondizia che in molti definiscono. Un buon film che chiunque ami Carpenter non può comunque fare a meno di vedere.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Fa quasi impressione, 15 anni dopo, rivedere Kurt Russell nelle vesti di Jena Plissken. Invecchiato, sì, ma più cazzuto di prima: l'età avanzata conferisce al personaggio quel non so che di carisma in più che devo dire fa il suo grande effetto. Comunque, questo "Fuga da Los Angeles" non è altro che un remake del precedente 1997: fuga da New York (E non un seguito come molti credono). Le dinamiche narrative sono quasi le stesse: il presidente degli Stati Uniti ha bisogno di recuperare una preziosa valigetta perduta nel mega carcere di Los Angeles, e incarica Jena "Snake" Plissken di farlo in sole otto ore. Il film, anche in queto caso abbastanza trascurato e considerato un film per lo più commerciale, merita invece di essere comunque analizzato e considerato. Perchè, nonostante si tratti di un remake di un proprio film, è pur sempre Carpenter. Dalla trama non ci aspettiamo niente di particolarmente nuovo, certo, ma a livello registico e di trovate visive siamo sempre su un livello ottimo. Questa volta il regista può contare anche sull'utilizzo parziale del digitale (con risultati altalenanti) e sbizzarrirsi con scene particolarmente ignoranti. Il messaggio politico è sempre presente, reiterato dal film precedente con la sola aggiunta del rivoluzionario comunista (che ricorda El Che) che cerca di "spegnere" il pianeta e di attaccare la Florida con una flotta da Cuba. Il ritmo del film è serrato, il montaggio come al solito incredibile e, inutile negarlo, ci si diverte tantissimo. Il personaggio di Snake non stucca mai, ma anzi ci fa venire a tutti voglia di cavarci un occhio e di farci partire la vena anarchica. Sicuramente non uno dei migliori Carpenter, ma neanche l'immondizia che in molti definiscono. Un buon film che chiunque ami Carpenter non può comunque fare a meno di vedere.
 
 
 
 
 
 
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Fa quasi impressione, 15 anni dopo, rivedere Kurt Russell nelle vesti di Jena Plissken. Invecchiato, sì, ma più cazzuto di prima: l'età avanzata conferisce al personaggio quel non so che di carisma in più che devo dire fa il suo grande effetto. Comunque, questo "Fuga da Los Angeles" non è altro che un remake del precedente 1997: fuga da New York (E non un seguito come molti credono). Le dinamiche narrative sono quasi le stesse: il presidente degli Stati Uniti ha bisogno di recuperare una preziosa valigetta perduta nel mega carcere di Los Angeles, e incarica Jena "Snake" Plissken di farlo in sole otto ore. Il film, anche in queto caso abbastanza trascurato e considerato un film per lo più commerciale, merita invece di essere comunque analizzato e considerato. Perchè, nonostante si tratti di un remake di un proprio film, è pur sempre Carpenter. Dalla trama non ci aspettiamo niente di particolarmente nuovo, certo, ma a livello registico e di trovate visive siamo sempre su un livello ottimo. Questa volta il regista può contare anche sull'utilizzo parziale del digitale (con risultati altalenanti) e sbizzarrirsi con scene particolarmente ignoranti. Il messaggio politico è sempre presente, reiterato dal film precedente con la sola aggiunta del rivoluzionario comunista (che ricorda El Che) che cerca di "spegnere" il pianeta e di attaccare la Florida con una flotta da Cuba. Il ritmo del film è serrato, il montaggio come al solito incredibile e, inutile negarlo, ci si diverte tantissimo. Il personaggio di Snake non stucca mai, ma anzi ci fa venire a tutti voglia di cavarci un occhio e di farci partire la vena anarchica. Sicuramente non uno dei migliori Carpenter, ma neanche l'immondizia che in molti definiscono. Un buon film che chiunque ami Carpenter non può comunque fare a meno di vedere.
 

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