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Lontano da qui

Regia di Sara Colangelo vedi scheda film

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La recensione su Lontano da qui

di maurizio73
6 stelle

La Colangeli si muove sul terreno sdrucciolevole dell'allegoria e della paranoia, preservando fino alla fine l'ambiguità di fondo di una protagonista che si muove tra le sirene d'allarme di un comportamento eticamente censurabile e la disarmante ragionevolezza di chi si ostina a preservare la bellezza in un mondo di indifferenza ed omologazione.

Insegnante d'asilo e madre frustrata di due figli adolescenti, Lisa nutre una viscerale passione letteraria per la quale non possiede alcun talento, ma che si ostina a coltivare frequentando un corso di scrittura creativa. La scoperta del precocissimo genio poetico di un suo piccolo allievo la porta ben presto ad assumere un atteggiamento iperprotettivo che sfiora l'ossessione. Finale drammatico.

 

locandina

Lontano da qui (2018): locandina

 

“...a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l'oceano della verità giaceva inesplorato davanti a me.” 

 

Remake dell'omonimo film israeliano (titolo internazionale) di Nadav Lapid, da un soggetto originale di quest'ultimo, il dramma della Colangeli si muove sul terreno sdrucciolevole dell'allegoria e della paranoia, preservando fino alla fine l'ambiguità di fondo che vede la sua ostinata protagonista (una sempre convincente Maggie Gyllenhaal) muoversi circospetta tra le sirene d'allarme di un comportamento eticamente censurabile e la disarmante ragionevolezza di chi si ostina a preservare la bellezza in un mondo di indifferenza ed omologazione che mortifica il talento e disprezza le qualità immateriali. Se lo spunto originale sembra essere la short story 'Young Archimedes' di Aldous Huxley, che l'autore della sua trasposizione cinematografica per la tv italiana definì "un gioco estremamente crudele", con tanto di genietto orfano di madre e padre putativo con figlio naturale altrimenti inane (qui è una madre insoddisfatta di adolescenti sfuggenti e superficiali) che riversa sul talento matematico del suo protetto l'inconfessabile alibi di uno spirito arido e indifferente, anche qui lo sviluppo del plot sembra suggerire sfumature caratteriali simili, laddove la stridente contraddizione  tra l'assoluta mancanza di talento ed una bruciante passione letteraria ne rappresentano un motore psicologico foriero di inevitabili quanto prevedibili conseguenze drammatiche. Muovendosi un po' meccanicamente su questo doppio binario del dramma sociale (quello di un'esperienza umana ed intellettuale con ambizioni fuori portata) e dell'apologo di una civiltà materialista che ha smarrito definitivamente il senso del bello e del sublime, il film della Colangeli sembra mostrare un po' la corda, pur riscattandosi nel trattare con sensibilità le scene di trance letteraria del suo bardo in erba e nel chiudere un finale apparentemente incongruo (lui le dice 'I missed you', salvo poi chiuderla in bagno e chiamare i soccorsi) con l'implorante richiesta di una vocazione al sublime che si perde per sempre nel vuoto pneumatico di un mondo di regole che non sa ascoltarla. Premiato al Sundance Film Festival 2018 e distribuito da Netflix negli Stati Uniti e in Canada già ad Ottobre, l'uscita italiana programmata per Febbraio 2019 è stata anticipata al 13 Dicembre prossimo.

 

Anna is beautiful.
Beautiful enough for me.
The sun hits her yellow house.
It's almost like a sign from God.

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