La recensione su Dogman

Premetto che, le mie, non sono vere e proprie recensioni (e chi abbia già avuto la pazienza e gentilezza di leggermi l'avrà notato, immagino), ma semplici e libere considerazioni, come, del resto, sono abituato a fare quando mi accingo ad affrontare ed "esaminare" opere d'arte di qualsivoglia natura... Che dire, davvero grande film "Dogman", a maggior ragione se si considera il fatto che, dal punto di vista del budget produttivo, trattasi di un lavoro di modesto profilo... La recitazione è strepitosa: Marcello Fonte ("Marcellino") ed Edoardo Pesce ("Simone") sono di impressionante bravura; Alida Baldari Calabria, nei panni della figlia del protagonista, è fantastica, ma pure i comprimari, nei loro rispettivi ruoli, sono impeccabili... L' ammirevole, stupenda regia di Garrone, la splendida ed azzeccata fotografia di Brüel e le impressionanti scenografie di Capuani conferiscono al tutto quell'atmosfera malata, inquietante e disturbante tipica di un'era post conflitto nucleare, di un futuro prossimo distopico, simile a quello, mutatis mutandis, immaginato e creato per il gioiello cinematografico di John Hillcoat "The Road", o quello che fu disegnato per la celeberrima saga animata "Ken Shiro". Osservando, con incantata e rapita attenzione, ambienti e scenari, pare, persino, di odorarli... si compie una sorta di "sinestesia"... sembra di esserne avvolti e realmente "viverli", partecipandovi più efficacemente che assistendo ad una proiezione in 3D... La sceneggiatura è notevole: storia avvincente che non dà tregua e tiene incollati allo schermo in tensione costante; non c'è un momento di troppo o una scena inutile o pleonastica, anzi, quasi irrita il fatto che non si sia aggiunto qualche altro particolare, per esempio le tre scene che son state eliminate e che appaiono nei contenuti speciali del dvd... Molteplici le tematiche affrontate: rapporto genitori figli anche se non così centrale, ed approfondito, ai fini dello sviluppo della vicenda narrata; degrado urbano, ed umano, tipico di molte zone periferiche di grandi metropoli; amore viscerale nei confronti degli animali, cani nella fattispecie, che si rivelano ben più sensibili ed "umani", di tanti umani stessi; amicizia virile che degenera, mutando quella che sarebbe una virtù, la fedeltà, in una vera e propria manipolata sudditanza; la vendetta, tema tra i più esaminati e proposti nell'universo della settima arte; valori e disvalori che caratterizzano l'uomo nella sua evidente ed irrisolvibile contraddittorietà, confermanti quanto sia arduo e, per certi versi, inutile stabilire con certezza, precisione e chiarezza i labili confini tra "bene" e "male", concetti spesso relativi e soggettivi, e dai quali sorge il famoso, secolare, dibattito "machiavellico", la celebre locuzione filosofica "il fine giustifica i mezzi?"; infine la dignità, l'onore ed il rispetto che, appunto compiendo azioni di per sé deprecabili, Marcello, nella sua evidente debolezza, ingenuità e malleabilità - per usare un eufemismo - vorrebbe riconquistare, unitamente all'amicizia ed il "perdono" da parte dei vecchi compari che lo hanno, senza troppa comprensione e sensibilità, scaricato... Film crudo e violento, cosmicamente pessimista quasi, se non fosse per quel barlume di speranza che gli sguardi dolci e i reiterati abbracci tra Marcello e l'adorata figlioletta Alida, oltre al rapporto teneramente solido con gli adorati amici a quattro zampe, riescono, tutto sommato, a garantire... Colonna sonora calzante, sobria, per nulla ingombrante e sonoro in presa diretta eccellente e giustamente premiato. Trucco pure eccezionale, la trasformazione dei connotati di Edoardo Pesce lascia sbalorditi... Stupisce che la fotografia non abbia ricevuto nessun riconoscimento...a mio modesto parere avrebbe meritato più del, comunque ben eseguito ed apprezzabilissimo, montaggio... Complimenti vivissimi a Matteo Garrone, tutto il cast e la troupe...