Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Interessante (ma sopravvalutata) opera seconda di Buñuel che passando dal corto al lungometraggio finisce inevitabilmente per diluire l'innegabile forza visiva (e sovversiva) del suo lavoro. VOTO: 5½
Opera seconda di Luis Buñuel, e primo lungometraggio dopo l'esordio dell'anno anteriore con il celebre “Un chien andalou”. Le similitudini fra i due film sono evidenti, con simbologie surrealiste ad uso di una satira davvero spinta di borghesia e istituzioni, tanto religiose quanto civili. La differenza fondamentale sta invece nella durata dell'opera, che permette di sviluppare un minimo di nesso logico fra le varie sequenze. Ma a mio modo di vedere questo è più un handycap che non un vantaggio, in quanto la forza di “Un chien andalou” era di tipo visivo, non certo narrativo, e qui tale forza appare perciò diluita. Interessante ma anche sopravvalutato.
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