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Sleepers

Regia di Barry Levinson vedi scheda film

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stanley kubrick

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sleepers

di stanley kubrick
8 stelle

La vita, da bambini ad adulti, di un gruppetto di ragazzini viene raccontata da Levinson con uno stile che si tinge di drammatico nella prima parte per poi diventare gangsteristico-giudiziale nella seconda. Clint Eastwood sembra aver ricalcato in parte la storia per il suo Mystic River, specie per l'assunto iniziale e per il distaccamento dell'amicizia dei ragazzini in futuro per un avvenimento conturbante. Se nel film di Clint la pedofilia era in primo piano, nella pellicola di Levinson primeggia la delinquenza e le nuove esperienze che un gruppetto di ragazzini vuole conoscere. Affacciarsi alla finestra della verità e scoprire nuove cose è rischiosissimo, bisogna sempre stare attenti a quello che ci succederà in futuro, evitare naturalmente bande gangster che assumono il controllo di una parte della città e stare con la gente perbene ti aiuterebbe a crescere sano e pulito. Purtroppo questa non è la strada presa dai quattro ragazzi, nonostante i continui insegnamenti della vita e del suo stile da parte del prete della città dove si svolge l'intera vicenda.
La mente del narratore esterno, ossia uno dei quattro ragazzi protagonisti della storia nonchè l'unico che sopravviverà quando diventeranno adulti, è rivolta verso un comportamento podestarile in continuo ribasso. Le urla dei genitori fanno male agli orecchi del ragazzo mentre le continue e bruschissime cinghiate che il pater familias tira alla proopria moglie fanno male al cuore e ai sentimenti del figlio. Ma erano gli anni sessanta e il nucleo familiare appariva meno solido e più destabilizzato rispetto agli anni precedenti, man mano che avanzavano gli anni era ancora più malridotto, colpa della pratica del divorzio e per i continui infatuamenti che uno dei due coniugi avrebbe avuto. Lo stesso narratore cambia improvvisamente il tono della voce, rendendola da calma e tranquilla, volta verso un liguaggio semplice e non aulico, a nervosa e più forte, nel momento in cui avviene la disgrazia che segnerà per sempre il loro futuro, nonostante la persona aggredita rimane solo ferita gravemente e non dichiarata ufficilamente morta.
Questo evento non colpisce nell'animo dei ragazzi, il perchè è semplice, basta soltanto sapere che quell'individuo non è passato a miglior vita e sei comunque contento per lui, nonostante gli hai provocato vari danni. E' il riformatorio dove devono andare per scontare la pena di aggressione che li torturerà non solo fisicalmente, ma anche psicologicamente.
Figura centrale per l'intera vicenda è il prete della città, per il quale Robert De Niro presta il suo corpo. Levinson delinea questa figura in maniera buonista e rivolta all'indulgenza dei peccati. Questo personaggio sembra essere l'unico veramente legato ai ragazzini, l'unico che capisce i loro intenti e che riesce in qualche modo ad espellerli dal loro corpo. Sembra già sapere che cosa aspetterà ai quattro dell'apocalisse dentro quell'inferno fatto di mura e mattoni, per questo prova in tutti i modi a scontare la pena, riuscendoci soltanto in parte. Le sue continue visite dentro il riformatorio sono critiche rivolte a quest'ultimo, è vero che ci tiene veramente ai ragazzi, ma il suo vero scopo è scoprire cosa sta dietro di losco all'interno del riformatorio. Ha bisogno di vederli anche per il fatto della messa domenicale, quegli abiti da chierichetto lasciati a impolverarsi dentro un armadietto a caso, aspettando di esser di nuovo vestiti per essere nuovamente puliti, può essere una cosa insostenibile.
Dentro l'inferno i protagonisti devono vedersela brutta. La spalla comoda e sicura del prete amico oppure dei genitori è lontana, le partite a basket nel cortile della chiesa sono terminate, è triste persino non sentire più nemmeno le urla di coloro che ti hanno dato la vita. Se da una parte qualche ragazzo come loro è poco avvezzo a nuove amicizie, dall'altra abbiamo il comportamento da orchi dei vari addetti alla sicurezza del riformatorio. Lo spettatore è costretto a vedere quali barbarie i protagonisti subiscono. Calci, sputi, cibo per terra che sono costretti a mangiare e altre cose veramente da pelle d'oca. Fino a che non vengono praticamente isolati dal resto del riformatorio, dentro stanze buie come gli occhi di coloro che li picchiano e li schiavizzano, andando avanti a pane, acqua e topi morti. Ma poi, la violenza comincia anche ad essere a sfondo sessuale, li sodomizzano e approfittano dei loro corpi per soddisfare la voglia vorace di fare sesso con qualcuno.
Come in L'Attimo Fuggente di Peter Weir, dentro questo riformatorio ci sono soltanto umani di sesso maschile. Se in quel caso erano dentro una scuola e quindi non venivano severamente picchiati, qui è tutta un altra storia. Non ci sono donne per fare sesso, allora usamo gli uomini continuano a pensare gli addetti alla sicurezza. Per tutti i minuti (lunghissimi e strazianti) nel quale i protagonisti sono dentro il riformatorio, non c'è mai un ispezione della polizia, mai una persona che scopra cosa c'è dietro quella casa del diavolo, nessuno che possa neanche immaginarsi il comportamento dei lavoratori e quello sottomesso dei ragazzi. L'unico momento di vendetta che tutti i ragazzi dentro il riformatorio possono avere è la partita occasionale della domenica a football americano contro le persone che li picchiano. Cambia una concezione di vita da quando i protagonisti entrano nel riformatorio, se nel passato i ragazzi perdevano apposta per essere picchiati meno, nel presente vogliono vincere a tutti i costi, picchiando gli avversari. Quello è veramente l'unico momento che possono approfittare per vendicarsi, nonostante dopo la partita saranno schiavizzati e picchiati ancora di più. La loro protesta nasce come nel film di Weir, con il cambiamento radicale per l'arrivo di una persona e la voglia di far vedere agli avversari che anche loro hanno le palle per vivere.
La prima parte del film è veramente azzeccata, mentre la seconda, purtroppo, si intriga in posti oscuri che il regista non dovrebbe neanche sfiorare. Si parla del lavoro professionale che i quattro avranno nel futuro (due diventano killer, uno un avvocato e l'altro reporter), Levinson narra vicissitudini giudiziali per lo scarceramento dei due killer in seguito all'uccisione di uno dei lavoratori crudeli dentro il riformatorio, per vendetta sadica. Il film si perde ma si aggiusta con un finale lento per descrizione ma lungo per vicenda e luoghi comuni. Non sto a svelarvi altro, il resto infatti, non parla di granchè. I quattro ragazzi (insieme a una ragazza amica d'infanzia) insieme per l'ultima volta commuovono per la simpatia che provano l'uno nei confronti dell'altro. I fantasmi sono scacciati, resta solo una grande abbuffata davanti a loro.

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