Regia di Jane Campion vedi scheda film
La rinuncia al matrimonio per amore della libertà. Quanti nobili cuori sono rimasti vittima di questa teoria! Quanti cuori respinti e quante occasioni perdute per chi pensa di essere libero nell'egoismo! Libertà senza scopo, impersonata dalla magnifica Kidman nel capolavoro della sua carriera di attrice. E’ un ritratto di donna insicura, che soffre senza darlo a vedere e punita da un amore sbagliato. Ma come fa una sensibilità così complessa a non accorgersi della meschinità del suo uomo? Questo è forse il punto debole intrinseco del film: un John Malkovich troppo visibilmente antipatico per ingannare chiunque. Un altro punto debole è la noncuranza con la quale si passa dal mondo inglese a quello italiano senza che emerga alcuna differenza (la raffinatezza dei salotti è sempre la stessa, nonostante l’aggiunta del Duomo di Firenze).
A parte questo, però, si tratta di un raffinatissimo ritratto dove ogni colore è pennellato al millimetro: emozioni, dialoghi, costumi, scenografie, arredamenti e tutto il corredo dell’Ottocento aristocratico (ma la servitù veste abiti settecenteschi).
Finale indefinibile, che contrariamente al romanzo si apre - questo sì! - alla massima libertà.
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