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Let the Summer Never Come Again

Regia di Alexandre Koberidze vedi scheda film

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La recensione su Let the Summer Never Come Again

di alan smithee
9 stelle

TFF 35 - ONDE

"Avevo 15 anni. L'odore del burro fuso a causa del frigo lasciato spento in una notte d'estate a causa del rumore - che a mia mamma ricordava quello dei carri armati - rimase in noi come l'odore della guerra. Avevo 15 anni".

Un io narrante femminile racconta in prima persona la storia di un giovane ballerino di periferia, e del suo angelo custode: un rapporto il loro che in qualche modo sfiora l'amore, o almeno vi tende inconsapevolmente, e che permette al protagonista di far fronte ad alcune insidie a cui è destinato ad andare incontro, dal momento in cui si trasferisce dalla campagna georgiana nella capitale Tbilisi.

Girato con l'ausilio di un semplice telefono cellulare (nemmeno di ultima generazione, e l'immagine sgranata ne conferma la ardua e sfidante circostanza), con una fotografia inevitabilmente pastosa, dai colori spesso eccessivi, ed inquadrature scientemente sfocate che non ci permettono per molto tempo nemmeno di avere una definizione del nostro protagonista, "Let the summer never come again" è la narrativamente innovativa e geniale opera prima del regista georgiano Alexandre Koberidze che osa sfidare le tempistiche narrative e gli stili più abusati o scontati, procedendo con una episodicita' che viene raccontata dalla narratrice, mentre ad essere rappresentate sono le azioni più qualunque e abitudinarie.

Una voce che racconta senza essere sempre presente, ma che interviene nei momenti topici fornendo dettagli od indizi con la precisione di formule matematiche con tanto di incognite.

Sempre presente invece la musica, variegata e appassionante dai brani classici al rock, che trova accostamenti perfetti con i molti momenti riflessivi e le lunghe vedute che alternano quartieri cittadini a scorci naturali di una campagna ormai lontana; al ricordo indelebile di una guerra ai confini davvero preoccupante e feroce.

 

 

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