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Chi ha incastrato Roger Rabbit

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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JoeHallenbeck28

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La recensione su Chi ha incastrato Roger Rabbit

di JoeHallenbeck28
10 stelle

Non è solo un film con Bob Hoskins, Cristopher Lloyd e i Cartoni Animati; non è solo un noir perfetto e divertente; ma è un dipinto, un perfetto specchio di un'epoca, e soprattutto, l'ultima opera d'arte genuinamente romantica della storia. Per chi non lo conosce, ed ha interesse, voglio qui raccontare tutto quel che c'è dietro questo film eterno.

Le qualità tecinche del film le possiamo vedere tutti; non serve un esperto per tracciare un abisso tra questo film e qualsiasi "animazione" moderna. Intorno a Chi Ha Incastrato Roger Rabbit c'è tanto amore per un'opera perfetta, e che ci fa sognare; ma non essendo mai stati noi italiani esperti di animazione ho sempre notato tanta mancanza di vera informazione che a mio parere fa perdere parecchio al film, e al suo completo valore.
Senza voler insegnare nulla a nessuno qui, lasciatemi raccontare, per chi ha voglia, il profondo senso del film Chi Ha Incastrato Roger Rabbit, ovvero:

LA STORIA DELLA HOLLYWOOD ANIMATA DEGLI ANNI D'ORO, E LA POTENZA DELLA RISATA


Partiamo dalla fine: siamo negli anni 80'. L'animazione sta raggiungendo il suo nuovo capolinea, e presto morirà senza poter dare la vita a capolavori come Il Re Leone, o Aladdin. Niente di tutto questo ci sarà, perchè l'animazione negli anni 80' sta morendo, ancora una volta.
La prima crisi fu già verso la fine del 1910, quando sembrava che di aver ormai dato tutto: il pubblico si era divertito con quell'invenzione, quei buffi disegni fatti di linee nere, semplici, e dai movimenti rozzi e banali, che erano stati una novità così intrigante ma che ora cominciavano a mostrare i propri limiti di intrattenimento.
In quegli anni però arrivarono i geniali Fratelli Fleischer, e la tecnica di animazione fece un salto da gigante: l'estetica e la fluidità dei movimenti era pazzesca -e lo è ancora oggi-, e la libera anarchia del loro stile surreale, grottesco e unico, mantenne l'attenzione sull'animazione: su tutti il personaggio di Koko il Clown(1) [NEL FILM: lo si vede all'inizio, fuori dagli studios nel fiume di attori animati che vanno a lavoro con la cassetta del pranzo], un clown che spesso e volentieri si ritrovava nel mondo reale, proprio come Roger Rabbit, per capirci.
Ma soprattutto le cose si fecero finalmente sul serio quando sul grande schermo arrivò Felix The Cat(2), il primo grande personaggio, nel vero senso del termine, della storia dell'animazione. Fu una bomba! La gente al cinema si innamorò all'istante di questo disegno animato con espressività incredibile, con un vero e proprio carattere e dei pensieri che guidavano le sue azioni, furbe e surreali. Cioè, era un vero personaggio del cinema! Per poco meno di un decennio ha dominato il grande schermo del cinema muto, e sebbene ci siano stati altri personaggi amati, come Koko il Clown, Felix è stato a tutti gli effetti la prima vera grande STAR della Hollywood animata [CITAZIONE NEL FILM: nella scena in cui Eddie Valiant sta per entrare nel tunnel per Cartoonia potrete infatti notare sull'entrata il doppio volto di Felix, primo simbolo classico dell'animazione, non a caso ricalcato sul simbolo classico del teatro, per intenderci quello delle due maschere, una che ride e una che piange].

Passarono neanche dieci anni, e l'animazione era ad un nuovo punto morto, poichè non sembrava esserci più altro da dire oltre ciò che Felix aveva creato. Finchè, dalla strada senza uscita del cinema muto, sotto la guida brillante di un genio chiamato Walt, Topolino uscì al cinema con il primo corto animato con audio perfettamente sincronizzato(3)(o meglio, il primo con audio complesso e articolato, e non solo un insieme di suoni): successo strabiliante! I cartoni animati erano più vivi che mai ora, cantavano e parlavano anche, aggiungendo ancora più rotondità ai personaggi e alle storie.

I suoi corti uscivano a raffica, e la smania di perfezione di Walt Disney li rendeva sempre più espressivi, più coinvolgenti nelle storie e nella regia, e soprattutto divertenti. Topolino diventò una STAR di fama mondiale, tra le più grandi star di Hollywood di sempre, e sicuramente il più grande "artista" animato della storia, per innovazione, completezza e contributo; una sorta di Chaplin dell'animazione. Non a caso fu il primo Cartone Animato a ricevere premi su premi in merito artistico, e ad avere una stella nella famosa Walk of Fame Hollywoodiana. Il maestro e genio del cinema Ejzenstejn definì il contributo artistico di Topolino come "il più grande contributo dell'America all'arte". E difficilmente gli si può dar torto: Mickey Mouse ci fa ridere e ci accarezza il cuore allo stesso tempo, con una poesia estetica ed una comicità surreale che solo l'animazione può creare, specialmente quella degli anni '20 e '30.
Insomma, nessun personaggio è stato imitato e plagiato tanto quanto Topolino di quel periodo; il pubblico voleva lui (tanto che nel linguaggio comune, l'espressione "What, no Mickey Mouse?" di fronte alla proiezione di un cartoon non-Topoliniano, divenne di uso comune per definire uno stato di delusione), i cinema se lo litigavano, gli studios rivali lo copiavano, e oramai anche i bambini non potevano farne a meno. Si, è bene chiarire: i cartoni animati sono nati per adulti (semplicemente perchè il cinema era soprattutto per loro), e l'amore dei bambini è nato di conseguenza. Walt Disney disse: "Il più grande errore sarebbe creare cartoni pensando ai bambini; mai farlo. Bisogna pensare agli adulti, ricordando loro che sono ancora bambini". Chuck Jones (geniale regista e creatore di tanti Looney Tunes) affermò più volte: "Quando creavamo i Cartoni lo facevano per noi stessi, con ciò che a noi faceva ridere".

Come Roger Rabbit ripete più volte nel film,  lo scopo dei Cartoni era far ridere la gente, rasserenarla della vita. E non potete neanche immaginare la profonda verità storica di questo concetto tanto semplice.

Pensate, ci troviamo agli inizi degli anni '30 quando Topolino è una STAR Hollywoodiana di livello mondiale: è il periodo successivo al crollo finanziario del '29, la gente è disperata, distrutta; l'unico argomento della vita quotidiana è la difficoltà a mandare avanti la casa e la famiglia; c'è persino chi si toglie la vita. Ma quando le persone vanno al cinema trovano Topolino (ben diverso da quello dei fumetti nostrani, sia chiaro): umile, sempliciotto e dedito quanto allegro e sbruffoncello, Topolino è furbo ed ingenuo quanto basta per cacciarsi nei guai: un adorabile perdente che a volte ce la fa, che si cimenta con leggerezza nella difficile vita di tutti i giorni, e anche quando alla fine va tutto male, Topolino accetta la sconfitta fischiettando.
Voglio dire: l'effetto positivo, la potenza persino, di rallegramento e di allegerimento che Topolino e i suoi colleghi animati hanno sul devastato popolo americano è a dir poco inestimabile. Erano la risposta animata dei maestri della slapstick comedy, come Stanlio e Ollio, Buster Keaton e Charlie Chaplin, e da un punto di vista superficiale erano anche più efficaci: i cartoni animati avevo un'aura di purezza irraggiungibile da un film in carne ed ossa, un'atmosfera sognante che in quel periodo così cupo non aveva prezzo. [NEL FILM: Basti pensare all'inno di Cartoonia: Dai, ridi dai! Che a questo mondo in fondo in fondo si sta ben! Dai, ridi dai! Che la fortuna presto o tardi arriverà! Niente nella vita è così brutto..]


Per un altro esempio andiamo negli anni '40: la Seconda Guerra Mondiale sta devastando il mondo: difficile immaginare la vita durante un conflitto tanto potente da cambiare l'aspetto del pianeta. La vita di tutti i giorni ha ben poco di "vita". La gente era spaventata, ma per fortuna, poteva sognare: il cinema permetteva loro di fuggire dalla realtà infernale creata da quel mostro psicopatico con i baffetti chiamato Hitler. Ed ecco che infatti al cinema, mentre il mondo di fuori trema, dentro Paperino prende in giro i nazisti(4)! Ma soprattutto, e non a caso in un periodo tanto estremo, sono i Looney Tunes a dominare i cinema con la loro follia; esattamente ciò di cui la gente aveva bisogno! Vogliamo parlare di Duffy Duck, che con un martellone rompe la testa ad Hitler, il male in persona(5)? O dell'effetto Bugs Bunny, che comunque vada, beffardo e sfacciato, parla direttamente alla telecamera, tortura i cattivi e se la cava sempre con stile?
Questi sono soltanto pochi efficaci esempi fra tantissimi, ma provate solo ad immaginare l'effetto liberatorio che può avere quella manciata di minuti di buffo divertimento folle e senza regole su di un popolo, anzi, sul mondo. La gente non solo amava i Cartoni, ma gli voleva bene! [NEL FILM: Quando il giudice Morton promette denaro a chiunque gli riveli dove si trovi Roger, nel locale ci sono tutti poveracci, morti di fame, e ubriachi, perchè ormai disperati e disoccupati; nonostante questo, nonostante la loro situazione nella vita, nessuno fa la spia; anzi, ci ridono sopra! Come disse proprio Roger: "Una risata può essere una cosa molto potente. A volte nella vita è l'unica arma che ci rimane"].

I Cartoni Animati veri, quelli dell'epoca d'oro di Hollywood, sono un patrimonio inestimabile per l'America, sia culturale che artistico. Il livello di qualità estetica raggiunta in quegli anni, con disegni, colori e fluidità d'animazione tutto totalmente a mano, è perfezione assoluta, ad oggi mai più raggiunta(soprattutto oggi, per carità); e l'effetto culturale che ebbero in quel periodo è tra i più intensi della storia contemporanea dell'arte.

Purtroppo però, i tempi cambiarono, e facendo un salto in avanti negli anni '60 troviamo un popolo diverso: i Cartoni Animati classici del cinema (Topolino, Minnie, Paperino, Pippo, Pluto, I Looney Tunes, Tom e Jerry, Betty Boop, Braccio di Ferro, Woody Woodpecker, Droopy, Screwby Squirrel, Chilly Willy..), proprio come la Hollywood dei grandi attori, dagli anni 60 in poi sono andati sempre più spegnendosi, sostituiti dalla tv e spesso venduti ad essa, dove i cartoni animati erano realizzati con pochi soldi e poca passione, dal disegno e dall'animazione super limitati: prodotti che non puntavano quindi più sulla comicità espressiva o la genialità visiva, ma su solo su dialoghi divertenti o sulla trama, come delle vere sit-com animate (6). Inoltre, parcheggiando i bimbi di fronte la televisione, si rafforzò la nuova idea che i cartoni animati fossero per i piccini; un'idea che sminuiva a dir poco la loro natura e la loro storia.

Gli anni 80 poi sembravano ormai il capolinea: c'erano in progetto grandi film come La Sirenetta, o La Valle Incantata, ma sarebbero usciti in sordina, perchè non c'era più attenzione verso il cinema d'animazione..

.. E arrivò Chi Ha Incastrato Roger Rabbit!
Il film è stato fortissimamente voluto da Zemeckis, che voleva realizzare un omaggio alle dimenticate STAR dell'animazione della Hollywood degli anni d'oro, che hanno fatto ridere generazioni e milioni di persone in tutto il mondo e di tutte le età.
Soprattutto, il mondo che ha creato rappresenta alla perfezione la vita di Hollywood a quel tempo: I Cartoni erano dei veri divi, proprio come il film li mostra, erano amati e richiesti dal pubblico, con conseguenti indici di popolarità e cachet contrattuali. Proprio per questo, se alcuni produttori li amavano come figli, altri li trattavano come merce: R.K. Maroon ne parla nel film, di quanto pretendono poco I Cartoni rispetto agli attori ("Lavorano per un pugno di noccioline"). Il film poi spiega con dei dettagli la realtà dei Cartoni, che vengono disegnati (Jessica Rabbit: "Mi disegnano così"), o cancellati (la salamoia non è altro che un insieme di prodotti che ai tempi venivano utilizzati nell'ambiente dell'animazione per lavare via i disegni); e  come alcuni non siano sopravvissuti artisticamente all'evoluzione del cinema, per esempio sonoro(come detto, Felix The Cat) o al passaggio dal bianco e nero al colore (come Betty Boop, che nel film è ridotta a vendere sigarette nel locale: è vero, perchè nella realtà, da STAR e vero sex symbol del bianco e nero, non superò mai il confronto con i nuovi Cartoni a colori, e fu ritirata nel 1939). Insomma, la quantità di dettagli storici e congruenze reali di questo film è sconvolgente. Ancora oggi sono sicuro di perderne parecchi.

Ma tutta l'opera ha qualcosa dell'incredibile.
In un'epoca in cui i Cartoni avevano poco valore Zemeckis ha investito una quantità incredibile di tempo, finanze ed impegno nel progetto, che avrebbe potuto essere un fiasco. Persino, per rispetto dei Cartoni Animati classici ha voluto che tutta l'animazione del film fosse come quella di quegli anni, tutta disegnata e colorata a mano, e poi stampata sui fotogrammi della pellicola uno ad uno. Niente spazzatura di fantocci inespressivi mossi al computer come oggi. Niente compromessi economici e artistici, solo passione folle e arte.
[NEL FILM: la scena in cui Eddie e Roger si nascondono nel retro del locale di Dolores, e Eddie sbatte la testa alla lampada che pende dal soffitto: la lampada vacilla e la luce chiaramente si sposta e gira per un po'. Ebbene, come gli animatori hanno raccontato, quella è una delle scene più complicate della storia dell'animazione, perchè dovettero disegnare rigorosamente a mano, la luce e l'ombra in continuo movimento su Roger, che intanto comunque andava avanti con il film. Gli addetti ai lavori raccontarono di essere diventati letterarlmente pazzi, al punto di voler rinunciare all'intero film dalla stanchezza di quella singola scena. Nonostante questo, per rispetto della vera animazione, non utilizzarono nessun aiuto né computer, che avrebbe potuto facilmente creare quell'effetto, ma in modo artificioso. Non credo ci sia altro da aggiungere sulla qualità artistica del film!].

Il film fu un successo incredibile: le persone in generale, ma soprattutto gli adulti, proprio come Eddie Valiant riscoprirono l'amore per  "..quegli adorabili personaggi chiamati Cartoni!"
Di lì a poco divennero successi assoluti La Valle Incantata e soprattutto La Sirenetta, che lanciò la "nuova" Disney.

Insomma, nel 1988 Zemeckis salvò l'animazione. Ma soprattutto.. l'animazione che vale la pena ricordare, quella, l'ha salvata per sempre!

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