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Sulla mia pelle

Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film

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La recensione su Sulla mia pelle

di flezza
9 stelle

Sulla mia pelle, ovvero il cinema della realtà

Di solito non sono particolarmente affascinata dai film tratti da storie vere, perché credo che un film, in quanto tale, non possa mai restituire la realtà dei fatti, trattandosi di un medium che per defiizione mostra solo ciò che si sceglie di ritagliare dalla realtà. Ci sono però storie di cui è necessario parlare e, in questo, il cinema è uno strumento potentissimo, perché permette di dare voce a vicende che la gente tende a dimenticare, facendoci mettere nei panni di chi le ha vissute. Ma raccontare questo genere di storie non è impresa facile. E in questa impresa il film "Sulla mia pelle" è riuscito alla perfezione.

 

Alessandro Borghi

Sulla mia pelle (2018): Alessandro Borghi

 

Racconta la tragica vicenda di Stefano Cucchi, deceduto dopo 7 giorni di custodia cautelare. 

Il film funziona perché riesce a presentare i fatti in maniera piuttosto oggettiva. Funziona perché riesce a fare sì che il pubblico si interessi di questa storia. E ci riesce perché nei primi minuti ci presenta il personaggio di Stefano con una tenerezza che ci fa subito affezionare a lui, pur con i suoi difetti, facendo sì che ci importi davvero della sua storia.

Funziona grazie alla meravigliosa interpretazione di Alessandro Borghi, che per interpretare Stefano è dimagrito in modo impressionante, ed ha imparato a muoversi e a parlare come lui. E nei suoi occhi si leggono per tutto il tempo la rabbia, il dolore, la paura. Degni di nota anche sono anche il trucco, la colonna sonora, la regia, la sceneggiatura, e la fotografia così fredda e fatta di inquadrature che spesso imprigionano i personaggi dentro a quadri claustrofobici. 

Ma la scelta più riuscita del film è quella di non mostrare il fatto principale attorno al quale ruota tutta la vicenda: in quel momento vediamo solo i personaggi entrare in una stanza, ma noi spettatori ne restiamo fuori, perché ciò che avvenuto il quella stanza non ci è ancora stato confermato, anche se la verità è stata intutita. Ci vengono forniti tutti gli strumenti per farci un'idea su ciò che è accaduto in quel momento, siamo liberi di trarre il nostro giudizio. Sta a noi. E soprattutto ci vengono mostrate le infami conseguenze di quel fatto. Le vediamo sulla pelle di Stefano, nei suoi occhi, nel suo dolore. Le vediamo nella paura della vittima a denunciare l'accaduto. Le vediamo nel tragico finale e nel dolore della famiglia di Stefano. 

E le abbiamo viste anche nel meraviglioso abbraccio che si sono scambiati Alessandro Borghi e Ilaria Cucchi al Festival di Venezia. Perché il cinema a volte non è solo ciò che sta sullo schermo, ma è un'eco della realtà. A volte il cinema prende qualcosa dalla realtà e poi ricambia restituendole un regalo grandissimo. 

 

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