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Il colpevole

Regia di Gustav Möller vedi scheda film

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La recensione su Il colpevole

di barabbovich
8 stelle

Per Asger Holm (Cedergren) è proprio una serataccia. Sua moglie lo ha lasciato da poco, i suoi colleghi lo guardano in cagnesco e in più la mattina seguente gli spetta un processo per avere ucciso un uomo. Già, perché Asger è un poliziotto danese retrocesso a centralinista per il pronto intervento. E, come se non bastasse, proprio quella sera arriva la chiamata di una donna che dice di essere stata rapita dall'ex marito, mentre i suoi due figli, piccolissimi, sono rimasti da soli a casa. Tra astute mosse psicologiche e l'ausilio della tecnologia, Asger fa di tutto per aiutare la donna, anche a costo di giocarsi ulteriormente la reputazione davanti ai suoi colleghi.
Parente strettissimo di quei film che giocano tutto sull'unità di luogo, di tempo e di azione e che mettono in campo un solo attore (Locke, Mine, Buried, Wrecked), il film d'esordio del danese Gustav Möller è un capolavoro di efficacia: ottiene il massimo (sceneggiatura a orologeria, giustamente premiata al 36esimo Torino Film Festival) dal minimo (budget). Nipotino di film come La conversazione o Il terrore corre sul filo, Il colpevole regala allo spettatore poco meno di un'ora e mezza di pura tensione, con un'escalation di fatti dei quali cogliamo soprattutto i rumori (veri coprotagonisti del film), appassionandoci a una storia con almeno un paio di colpi di scena ben assestati e che ci lascia con un interrogativo: quanto conta la convinzione che infondiamo nei nostri punti di vista, se poi questi rischiano di andare a danno degli altri?

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