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Una notte di 12 anni

Regia di Álvaro Brechner vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una notte di 12 anni

di yume
8 stelle

Un film di confini angusti, di spazi sempre più stretti, di buio sempre più profondo che porta alla luce.

Una notte di 12 anni (2018): Trailer ufficiale italiano

 

Nel settembre del 1973 il Cile andò in fiamme e Nanni Moretti l’ha ricordato da poco alla nostra memoria labile con Santiago,Italia.

Dell’Uruguay si è parlato meno in tanti anni, ma, singolare coincidenza, era settembre anche lì in quello stesso anno e non accadeva di meglio.

La coincidenza prosegue perché arrivano appaiati a Venezia75, Orizzonti, come cavalli di razza in corsa, due film da vedere in successione: Una notte di dodici anni di Álvaro Brechner e Pepe Mujica - Una Vita Suprema di Emir Kusturica.

 

locandina

Una notte di 12 anni (2018): locandina

 

 Il primo è una ricostruzione della prigionia di Jose Mujica dettoPepe, nom de guerre Facundo, e dei due Tupamaros suoi compagni di sventura, il secondo si svolge a trent’anni dalla fine della loro prigionia, ed è un documentario su Pepe dopo la sua presidenza nel Paese e nei primi tempi da uomo comune nella fattoria in cui si è ritirato a vivere.

 

Non sarei quello che sono. Sarei freddo come una statua senza i miei anni di solitudine in prigione”.

 

Parole di Pepe a Kusturica che lo sta intervistando, motivo per cui vedere e “vivere” con lui lo strazio di quei dodici anni in carcere è importante.

Si tratta di capire come rendere reale un’utopia.

 

Realizzare un’utopia richiede una nuova consapevolezza – dice Kusturica - Se guardiamo il suo percorso di vita e lo prendiamo ad esempio, Jose Mujica ci dà la speranza che è possibile attuare gli ideali. L’amore per la vita e per la natura è il nucleo della sua ideologia. Ho fatto questo film per la profonda ammirazione che mi suscitano lui e il suo lavoro. Infelice che il mio paese non abbia mai avuto un presidente simile, voglio celebrare l’Utopia e la Virtù”.

 

Quel giovane rivoluzionario in lotta per un mondo di liberi e uguali venne arrestato e chiuso nelle carceri del Paese (ne conoscerà 45, in una escalation dell’orrore) per dodici anni, in regime di isolamento totale, privato di tutto tranne il minimo indispensabile alla pura sopravvivenza.

José 'Pepe' Mujica, poi diventato Presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, Eleuterio Fernández Huidobro, ministro della Difesa negli stessi anni e Mauricio Rosencof, scrittore e poeta di fama, erano tre dei nove membri del Movimiento de Liberación Nacional-Tupamaros imprigionati dopo l’annientamento, nell’arco di un anno, di una forza popolare che praticava la guerriglia urbana e stava segnando la storia di quel piccolo Stato, un tempo Svizzera del Sud America e poi sede di uno dei regimi dittatoriali più brutali del secolo scorso.

 

Álvaro Brechner

Una notte di 12 anni (2018): Álvaro Brechner

I tre furono considerati “ostaggi”, non normali prigionieri politici, su loro fu esercitata una violenza ancora più sottile e spietata di quella normalmente praticata nelle carceri mediante un sistema di torture messo a punto su direzione di Dan Mitrione, agente dell'FBI statunitense e della CIA.

La loro presenza doveva funzionare da deterrente per azioni successive di sabotaggio e guerriglia, ma con il passare degli anni la loro detenzione, pur continuando ad essere crudele, diventò addirittura assurda, ritorcendosi contro gli aguzzini, capaci di essere tanto spietati quanto stupidi.

La capacità di resistere a tutte le privazioni e, soprattutto, alla solitudine, mise infatti a nudo i meccanismi perversi di un potere poggiato essenzialmente sulla supina acquiescenza di uomini ciechi, proni al comando, lacchè del potere e incapaci di pensiero.

E’ il messaggio più forte del film, un vero manifesto della resistenza umana alla sopraffazione.

 

Se attraverso il ricorso alla testimonianza diretta dei sopravvissuti e a pochi filmati di repertorio Moretti sceglie la distanza che il tempo frappone rispetto ad eventi tanto traumatici per dimostrare quanto forte sia il loro lascito nella memoria collettiva, e se Kusturica mette invece in scena un primo piano costante sull’uomo più rappresentativo della vicenda uruguayana, misurando con lui la forza di un’utopia, Brechner si pone al centro, entra nella materia viva e ricostruisce passo per passo un martirio di marca inedita, quello che passa per la mente attraverso una strategia scientifica tesa a devastare la psiche lasciando intatto il corpo.

4323 giorni di detenzione, la storia di uomini incredibilmente capaci di tanta forza, la loro vittoria finale e ciò che hanno fatto in seguito di luminoso e utile per il Paese, tutto questo fa di Una notte di dodici anni un film dal sapore antico, quello di tempi appassionati in cui si giravano grandi film d’impegno sociale e politico.

Un parere giusto da citare fra i molti, purtroppo non tutti in lode, è quello di Claudio Trionfera su Il Messaggero del 10 gennaio 2019:

"(...) un film nero, tutto tensioni, solitudini, soggettive da incubo e macchina in spalla nell'asciuttezza più rigorosa. Il canto melodioso di Silvia Pérez regala nel finale una magnifica 'The Sound of Silence'."

 

Far riferimento alla componente sonora significa aver colto del film l’anima sotterranea che ci regala i momenti più intensi, quelli che, come ad esorcizzare l’orrore, ci mostrano le risorse insperate dell’uomo, capaci di tenerlo in vita e soccorrerlo.

Sono la poesia, che nasce anche dalle tenebre, la capacità di ridere della stupidità umana che si ammanta di brutale violenza e si ritorce contro sé stessa, l’intelligenza, che si fa strada indomabile e la fantasia, da cui nascono i sogni.

 

Un film di confini angusti, di spazi sempre più stretti, di buio sempre più profondo che porta alla luce.

 

Salve oscurità, mia vecchia amica
ho ripreso a parlarti ancora
perché una visione che fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo
e la visione che è stata piantata nel mio cervello
ancora persiste nel suono del silenzio…

 

www.paoladigiuseppe.it

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