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Oh mio Dio!

Regia di Giorgio Amato vedi scheda film

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La recensione su Oh mio Dio!

di maghella
6 stelle

25 dicembre 2016, Santa Messa di Natale, Gesù in persona si presenta in chiesa interrompendo la funzione e lasciando prete e parrocchiani senza parole: l'hanno realmente riconosciuto?

Il figlio di Dio ritorna così, il giorno del suo duemilasedicesimo compleanno, attraversando le vie di Roma e facendo proselitismo tra gli italiani dei nostri giorni. I nuovi discepoli sono imprenditori falliti, pescatori in crisi, pastori che hanno perso gli affetti più cari in incidenti stradali, controllori dei treni, baristi che passano le giornate a vedere i propri clienti spendere tutti i loro soldi (e il tempo) con le slot machine, disoccupati laureati...insomma sono 12 esempi viventi della nostra realtà, che rimangono affascinati dalla presenza di Gesù dopo una comprensibile incredulità. Un Gesù che pare uscito dalle pagine di un libro di catechismo e che parla con le frasi del Nuovo Testamento, cercando in tutti i modi di convincere le persone della sua identità divina ripercorrendo le tappe della sua antica venuta con imprese più moderne, il tutto documentato da una telecamera che diventerà così il Terzo Vangelo.

Un Nuovissimo Vangelo quindi, che più che di parabole è ricco di interviste ai nuovi discepoli, alla madre (la Madonna!???), e alla bella Maddalena che viene salvata da Gesù mentre sta per abortire il figlio frutto di un amore clandestino con un potente politico.

In realtà la madre di Gesù confida che il figlio è stato più volte internato, e che non era nuovo a lunghe sparizioni per poi ritornare improvvisamente. Le parole della donna lasciano aperti molti dubbi riguardo alla genesi del figlio, che non è ben chiara nemmeno a lei, visto che il DNA di Gesù non corrisponde né al suo né a quello del marito (che l'abbandonò nel momento che ne venne a conoscenza). Una Madonna-madre che alleva il suo bambino da sola, quindi, quella che ci viene presentata nel mockumentary di Giorgio Amato. Il regista sardo, ma di adozione romana, si diverte a sperimentare un nuovo linguaggio narrativo tra finto documentario e “real”, inserendo nel racconto veri e propri squarci di quotidiano con piccole interviste rubate nei mercati e nelle strade della capitale. I discepoli e Gesù scendono -finalmente- dalle immagini sacre e ornamentali delle chiese e si presentano in carne ed ossa, ma vengono presi seriamente dalle persone? O l'atteggiamento rimane il solito che fu quello di 2000 anni prima? Cosa sono serviti tutti questi secoli di storia ed evangelizzazioni se poi occorrono ancora i miracoli per essere creduti?

Sono questi gli interrogativi che il regista si pone e propone a chi vede il film. Tutto in chiave grottesca e molto ironica, con alcuni punti divertenti in cui antico e nuovo si fondono nella modernità dei nostri tempi regalando più volte dei sorrisi. Alcuni limiti narrativi rimangono, dovuti alla complessità del soggetto e al budget di un film indipendente, che vengono comunque assorbiti dalla buona recitazione di un gruppo di attori ben diretti e molto uniti tra loro che paiono realmente divertirsi tra le persone incredule che in molti casi prestano loro attenzione (e anche qualche elemosina).

Film che valuterei come “sperimentale”, proprio per l'attenzione a nuove strutture narrative che mi hanno lasciata in qualche momento spiazzata nella visione complessiva.

 

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