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First Man - Il primo uomo

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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La recensione su First Man - Il primo uomo

di Narratore
8 stelle

First Man - Damien Chazelle

Il sogno di ogni bambino, almeno una volta nella vita, è stato quello di poter toccare la luna con il proprio dito.

Di volare, di essere un astronauta. Così terribilmente affascinati dallo spazio, così affamati dell'ignoto. 

 

Damien Chazelle è un fanciullo, un enfant prodige della Settima Arte in mezzo a tanti adulti, a uomini dalla carriera trentennale che da due anni a questa parte lo osservano meravigliati crescere e spiccare il volo. Ed oggi, pure il regista da Providence, Rhode Island, ha voluto provare a diventare un astronauta; o meglio, ha raccontato la storia del più importante ed iconico astronauta mai esistito, Neil Armstrong. Il vero Allunaggio, non il remake di quello di Kubrick. 

 

First Man è un biopic intenso, tagliente e (per certi versi) quasi documentaristico. Nei fotogrammi sgranati della pellicola si cela uno Chazelle crudele, cinico; abbandona il romanticismo di La La Land e torna in orbita Whiplash, calcando la mano e mostrandoci ancora una volta la sua mostruosa bravura in cabina di regia. Si torna a parlare di ossessioni e di tormenti; è tutto molto più caotico, molto più frenetico ed adrenalico, proprio perché è la macchina a mano a fale la voce grossa. Chazelle in questo film si rinnova, osa e rischia... Pur rimanendo sé stesso, infondo. Non ha paura ad essere spietato e soprattutto mostra una sorprendente abilità nella tension-build. Il suo Biopic ha un cuore e un calore gigantesco nascosti dietro un protagonista freddo e apparentemente autistico (tanto da schivare ogni contatto fisico con la famiglia) interpretato da un controllatissimo e algido Ryan Gosling. 

 

L'Armstrong di Gosling teme la fama, ha una paura viscerale del fallimento e soffre di uno dei dolori peggiori che possano esistere: il lutto di chi rimane. First Man è un'opera catartica, sofferente e mozzafiato; una pellicola matura che affronta il tema della perdita con grande garbo. Durante la proiezione, non ho potuto non pensare a Méliès: aspiriamo alla luna e vogliamo raggiungerla con effetti pratici, parsimoniosa CGI e diamo allo spettatore l'idea di trovarsi di fronte a qualcosa di vero.Tangibile. Magnifico. Il piacere dello stupore ai suoi massimi livelli.

 

First Man è visivamente incredibile, una gioia per gli occhi e per le orecchie; nel buio pece delle anguste navicelle si intravede una luce, il riflesso del blu oceano nel vuoto spazio che circonda gli esploratori. E poco importa se manca quel pizzico di brivido in più (si può dire che si sa già come va a finire), o se alcuni personaggi non sono così marcati come dovrebbero, quest ultimo film di Chazelle ha una marea di spunti a cui attingere e una gran voglia di commuovere alla fine di un lungo viaggio (individuale e collettivo). 

 

Amore e dolore, addii e "per sempre". Cosa siamo disposti a sacrificare per il più grande dei traguardi?

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