Regia di Piero Vivarelli vedi scheda film
L'ennesima - ormai - trasposizione cinematografica di un soggetto dei fumettisti Magnus e Bunker, già saccheggiati per un paio di Kriminal (1966 e 1967, regie rispettivamente di Lenzi e di Cerchio) e per il Mister X diretto nel 1967 sempre da Vivarelli. In quel periodo il nostro cinema venne attraversato rapidamente dal filone relativo ai personaggi dei fumetti: vanno citati perlomeno anche Diabolik (Mario Bava, 1968), il più celebre fra tutti gli anti-supereroi, e Dorellik (1967, Steno), parodia demenziale talmente improbabile da risultare la più azzeccata possibile. Questo Satanik, con una sceneggiatura di Eduardo Brochero, non è nè più e nè meno che un prodottino scritto e girato in velocità, senza tanti mezzi (e pure senza tante idee), che punta più sul ritmo e sull'azione che sulla storia in sè - pur non riuscendo a garantire un prodotto ad alta ed uniforme tensione. Una vicenda banalotta si accoppia a personaggi dallo spessore invisibile; la protagonista Magda Konopka ha sviluppato una modesta carriera nella serie B del cinema nostrano (la sua vetta è una particina in Lucky Luciano di Rosi) ed è forse maggiormente ricordata dal nostro pubblico per aver posato su riviste del calibro di Playmen e Penthouse. 2,5/10.
Uno scienziato inventa il serio che ringiovanisce; la sua anziana assistente lo uccide e sperimenta su di sè la creazione: ora la polizia è in cerca di una donna di una certa età, mentre l'assassina è diventata una (bella) ragazza.
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