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Una festa esagerata

Regia di Vincenzo Salemme vedi scheda film

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La recensione su Una festa esagerata

di Furetto60
5 stelle

Commedia di Salemme, con un cast prestigioso e in gran forma, ispirata ad un lavoro teatrale di grande successo, patisce una trasposizione non del tutto riuscita.

Gennaro Parascandolo,nella persona di Vincenzo Salemme,è un geometra piccolo imprenditore,che tutti chiamano ingegnere, perchè a Napoli è consuetudine, promuovere sul campo,appartiene alla società piccolo borghese, che scalcia per emergere e per avere un posto al sole, non lui che sarebbe piuttosto umile, ma la moglie,Tosca D’aquino, che è molto ambiziosa e la figlia straviziata che deve compiere 18 anni. Per festeggiarla hanno messo in piedi una festa esagerata sulla sua terrazza affacciata sul mare. Gennaro non gradisce, ma subisce questa scelta per quieto vivere e non si ribella alle manie di grandezza della moglie, impegnata a compiere la scalata sociale. I preparativi dunque fervono, ma non tutti apprezzano l'evento all’interno del condominio. Lucia Scamardella, alias iaia Forte, che vive con il padre, un piano sotto ai Parascandolo emotivamente instabile e segretamente infatuata di Gennaro,è notevolmente irritata. Approfittando dell’apparente decesso improvviso del genitore, cerca di sedurre Gennaro e soprattutto di rovinare la festa. Gennaro, uomo di sani principi, sarebbe tentato di rinviare il ricevimento,per rispettare il lutto di Lucia. Ma figlia e consorte non sentono ragioni, gli inviti sono già stati recapitati, il catering è pronto e le bomboniere pure, Gennaro dovrà inventarsi qualcosa. In principio questo lavoro è stato una commedia teatrale di enorme successo, applaudita in tutta Italia. Successivamente “Una festa esagerata” ,è diventata un film mantenendo però l’impianto teatrale, con un ’operazione di trasposizione, complessa e non del tutto riuscita.Tutto si svolge nell’ambito di due piani di un lussuoso condominio,un microcosmo che accoglie una assortita e colorita fauna umana, tra questi c’è il secondino che vuole fare “carriera “ e diventare portiere, poi il cameriere che è napoletano, ma per lavorare si finge indiano perche è “a la page ” avere persone di servizio “esotiche” il prete che va in moto, ma non fa le estreme unzioni, perché gli fanno impressione i morti, C’è perfino un invitato “speciale” un assessore ai lavori pubblici, che può essere molto utile  e che infatti viene “vezzeggiato “dalla padrona di casa e per il quale è prevista una bomboniera speciale, poi l ’isterica e assatanata vicina, insomma di tutto. Negli ultimi decenni la citta partenopea, ha vissuto un processo di cambiamento,che ha provocato una divergenza tra tradizione e innovazione soprattutto nel campo artistico. Il film marcia proprio su questa dicotomia ed infatti al centro dell’intrigo e dei tanti equivoci che condiscono la commedia, c’è la contrapposizione tra il protagonista attaccato agli ideali della “Napoli che fu” come solidarietà e umanità e gli altri membri della sua famiglia, distratti invece dal bisogno di apparenza e dalla brama di emergere. Questo dualismo tra memoria e progresso, si riverbera anche sul piano stilistico, perchè la comicità di Salemme appare “antica” cioè troppo vincolata a costrutti tipici del suo passato teatrale, fatta di giochi di parole e fraintendimenti, da vecchia commedia dell’arte. Il risultato, è un film anche a tratti simpatico, ma troppo macchiettistico e decisamente “sorpassato”

Il cast peraltro è di tutto rispetto e ognuno fa la sua parte egregiamente.

 

 

 

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