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Una giusta causa

Regia di Mimi Leder vedi scheda film

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La recensione su Una giusta causa

di cantautoredelnulla
8 stelle

Film biografico sulla magistrata americana Ruth Ginsburg che celebra non senza retorica l'indelebile contributo che ha dato questa donna alla riforma dei codici americani in favore della parità dei sessi e più in generale dei diritti civili. Appassionante ed emozionante, il trionfo della giurisprudenza come anima ed espressione di una Nazione.

Un po' controcorrente promuovo questo film che mi ha trasmesso tantissime riflessioni ed emozioni. Un biopic assolutamente scontato, ma quale vita non lo è? eppure la grandezza dei personaggi è proprio nei dialoghi, nella forza della parola. Non sono mai stato un amante del diritto in sé, ma non posso negare che è una materia umanistica che va ben al di là delle formule e dello scevro linguaggio tecnico. Il diritto è l'impronta e lo specchio di una società. Fermo restando che a Hollywood sono molto bravi a portare in scena i tribunali, in questo film l'idea geniale che viene portata avanti è lo stretto legame tra la scienza delle finanze, il diritto tributario e l'impronta ideologica che i vari codici rappresentano. Il diritto spesso viene visto come qualcosa calato dall'alto, ma non è quella la natura della giurisprudenza che invece è viva e cambia col cambiare delle società. Non è la legge a cambiare la società,ma è l'evoluzione dei rapporti comunitari che cambiano le regole e ne stabiliscono di nuove, più attuali. Così come dice la protagonista, i giovani d'oggi sarebbero stati arrestati per come si vestono 50-60 anni fa. Ed è un esempio così semplice e banale da essere incisivo ed efficace oltremodo perché permette di misurare il cambiamento in maniera diretta e incontrovertibile. La lotta per i diritti civili non si consuma certo in un film o in un semplice tribunale, ma indubbiamente il film ci pone di fronte alla domanda di quale sia la vera differenza tra due esseri umani a prescindere da sesso, razza, colore e quale senso abbia una qualsiasi classificazione arbitraria. La questione dei generi è purtroppo un argomento ancora attuale e a distanza di 60 anni ancora molto c'è da fare sebbene il legislatore si sia espresso in maniera migliore su questi temi rispetto al passato. Ma ancora oggi restano dubbi, ombre, macchie sulle decisioni che i giornali portano alla ribalta, dove le vittime improvvisamente diventano mitomani, carnefici o colpevoli. Quindi questo film è stato per me un momento di riflessione importante sul rapporto genitori-figli, marito-moglie, uomo-donna a tutti i livelli, professionali e relazionali, Stato-società. Ed è evidente che un principio ispiratore non abbia necessariamente bisogno di essere scritto per essere applicato, perché così forte e presente nella comunità da essere dato per scontato. Un altro aspetto ha conquistato pienamente il mio cuore nella replica finale di Ruth ed è stata la visione femminile dell'esposizione. La capacità e la ferrea presenza delle generazioni future, i figli come primo punto cardine nell'intenzione di una scelta di lunga durata che possa donare a loro gli strumenti e il contesto ideale per potere esprimersi e crescere al meglio, mettendo a frutto tutte le sue potenzialità. Una visione che in chi dona la vita diventa così naturalmente duratura e forte da essere invincibile. Personalmente continuo a credere che se i governi fossero guidati dalle donne avremmo leggi più giuste e lungimiranti che non mirerebbero al tornaconto tattico del singolo partito, ma darebbero un respiro più ampio e un contesto migliore a tutte le nazioni.

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