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Made in China Napoletano

Regia di Simone Schettino vedi scheda film

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La recensione su Made in China Napoletano

di Furetto60
3 stelle

Dal piccolo al grande schermo,il cabarettista Simone Schettino, non funziona. Questa sua prima prova cinematografica,è decisamente insufficiente.Tanti illustri comprimari, come Benedetto Casillo, Tosca D'aquino,Tommaso Bianco, Maurizio Mattioli, sono sprecati e non bastano a sollevare la qualità del prodotto.

Un piccolo commerciante, Vittorio, è sull’orlo del fallimento. Il suo negozio di giocattoli, sito nella piccola cittadina di Angri, è, infatti messo in crisi dalla concorrenza del dirimpettaio Pask Lee, un ricco impresario cinese, che può permettersi di proporre prodotti simili ai suoi, ma a prezzi notevolmente più bassi, senza peraltro rilasciare scontrini. Perfino i suoi vecchi acquirenti abituali, preferiscono il negozio orientale. In piena crisi finanziaria, Capece si rivolge alla Banca Rella, parodia della più nota Banca Sella, ma prende un clamoroso palo, la banca gli rifiuta il prestito, non potendolo Vittorio avallare, dalle necessarie garanzie. Non gli resta che rivolgersi allo zio Antonio, contrabbandiere all’antica, che propone al nipote di lavorare con lui e di inserirlo nel suo giro. Vittorio però è un uomo sostanzialmente onesto e rifiuta l’incarico. Purtroppo gli affari per lui vanno sempre peggio. Il rivale cinese gli ha portato via quasi tutti i clienti, Ed allora Capece, messo alle strette, progetta un colpo, per svuotare la cassaforte di Pask e impossessarsi di tutto l’incasso e finalmente ottenere l’agognata, rivalsa, con l'aiuto di un’improbabile  banda di amici da bar, fra cui ci sono un commercialista incapace, due anziani elaboratori di proverbi nonsense  e un parassita che pensa solo a ingozzarsi. La combriccola si riunisce di notte di fronte al negozio dell’odiato Pask Lee, ma accade un incidente: Vittorio precipita dalla scala e cade in un coma profondo. Si risveglia dopo ben tre anni, ritrovandosi in una situazione allucinante. Durante il suo lungo periodo di coma, la Cina ha monopolizzato il mercato europeo, ormai ci sono solo prodotti cinesi, stendardi cinesi, bevande con marche indecifrabili e vendute da buffi ambulanti cinesi, via i babà, il caffè, la pizza, la mozzarella: il regime cinese ha imposto un mercato di sola importazione. Inoltre, la sorella di Vittorio ha deciso di sposare l’odioso Pask  padre del bambino che porta in grembo. Ecco che il nostro simpatico eroe escogita allora l’idea di organizzare un contrabbando di prodotti tipici napoletani, complici i suoi amici del bar. Simone Schettino è un cabarettista apprezzato e i suoi spettacoli in cui da solo regge il palcoscenico, con degli esilaranti monologhi, sono molto piacevoli. Come tanti comici partenopei, vedi gli Arteteca e i “Ditelo voi” ha compiuto il fatidico passo più lungo della gamba, portandosi dal teatro e dalla tv, al cinema, peccando di presunzione: sua la regia, la sceneggiatura e la parte principale.  Gli esiti sono assolutamente sconfortanti. Il punto è che ci vuole mestiere e come sosteneva il maestro Pirandello, l’umorismo è una cosa seria, e non si può improvvisare, soprattutto allorquando si debba costruire un’intera storia, che non si può reggere su tanti piccoli scheck, assemblati rudemente, sfilacciati e  non supportati da un’adeguata scrittura. Invitare illustri e cosumati attori partenopei, a partecipare a questa sgangherata accozzaglia di gag puerili, non basta a sollevare il livello di un filmetto veramente inconsistente.

 

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