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Il professore e il pazzo

Regia di Farhad Safinia vedi scheda film

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La recensione su Il professore e il pazzo

di Gangs 87
6 stelle

L’utilizzo di toni cromatici scuri, la cui luminosità gioca molto con le ombre mobili della luce delle candele, conferisce alla pellicola lo spessore tipico dei film storici; la fotografia compatta inoltre gli dona un senso solenne ampliato dall’utilizzo di un linguaggio forbito, che tiene lo spettatore alla giusta distanza, permettendogli di avvicinarsi solo in rari e ben dosati momenti garantendo comunque la giusta empatia con i due personaggi primari. Ma ahimè null’altro.

 

Considerando che la pellicola si basa su una sceneggiatura articolata e contorta finiscono per essere troppe le storie che si incrociano, tanta la storia, intesa come periodo temporale, che si tenta di narrare. Si finisce così, ad un certo punto, per perdere il senso del racconto e quando te ne accorgi e ormai troppo tardi: la storia è diventa troppo difficile da seguire, i personaggi troppo distanti per poterli raggiungere e il finale troppo prossimo per riuscire a comprenderlo a pieno tanto che, quando scorrono poi i titoli di coda, ti pervade un certo senso di incompiuto che non si placa nemmeno con il bel ricordo della prima parte della pellicola che risulta essere molto più coinvolgente della seconda, dove la fretta sembra farla da padrona e si rimedia rendendo tutto troppo romanzato.

 

Uno dei punti forti resta senza dubbio l’interpretazione di Sean Penn è a dir poco fantastica. Il metodo che utilizza per rappresentare il carattere del Dottor William Chester, oscillante tra la follia pura e la lucidità assoluta, che spaventa forse più della follia stessa, è talmente viscerale che traspare finanche dallo sguardo, smarrito ma mai spento, del folle e geniale omicida. Non da meno la prova di Mel Gibson che riesce a dare corpo alla figura del professor James Murray, affiancando il collega, alternandolo, come in una danza sinuosa in cui non si sbaglia nemmeno un passo.

 

L’esordio alla regia di P. B. Shemran, già noto per la sua sceneggiatura di Apocalypto, per la regia dello stesso Gibson, non eccelle ma ci regala una pellicola delicata, dal tono sommesso e comunque piacevole da guardare.

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