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Halloween

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Halloween

di undying
5 stelle

Dopo dieci predecessori è difficile essere innovativi. Tanto vale allora ripetere dall'inizio. Nonostante siano passati quarant'anni, Michael sfugge ancora -pur più vecchiotto ma anche più cattivo- dalla prigione di Haddonfield. E siccome chi non muore si rivede, trova Laurie Strode ad attenderlo. Ovviamente, la notte del 31 Ottobre!

 

locandina

Halloween (2018): locandina

 

"Il mio suggerimento è di sopprimerlo. La morte è l'unica soluzione per Michael. Non c'è nessun motivo per tenere in vita il Male. Una dose di tiopental sodico lo renderà incosciente. Gli starò vicino per assicurarmi che sia morto davvero. Posero' la testa sul suo petto per sentire di persona che gli organi vitali siano fermi, e farò cremare immediatamente il corpo. Deve morire. Deve morire... deve morire": registrazione su nastro magnetico del dott. Loomis, il medico (e per fortuna) di Michael Myers, risalente al 22 gennaio 1979. Sono passati quarant'anni dal massacro -vittime cinque persone- e Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) è diventata nonna, dopo avere cresciuto la figlia Karen (Judy Greer) nell'ossessione del killer. Sottoposta a terapia cognitivo comportamentale, agorafobica, ha costruito un rifugio e si è allenata a lungo con le armi, perché sicura che Michael sarebbe, prima o poi, tornato. Myers, in prigione, è in cura dell'allievo del dott. Loomis, il protezionista dott. Ranbir Sartain (Haluk Bilginer). Durante un trasferimento da Haddonfield, proprio il giorno di Halloween, Michael riesce a fuggire. Solo per iniziare una nuova scia di sangue. Primi a cadere vittime della sua implacabile furia omicida sono due giornalisti investigativi, titolari anche della maschera utilizzata da Myers in passato. Quindi il killer muove in direzione di una festa, alla quale è presente anche Allyson (Andi Matichak), la nipote di Laurie.

 

Andi Matichak

Halloween (2018): Andi Matichak

 

Jason Blum, supportato in produzione da John Carpenter (sua anche la classica soundtrack) e Jamie Lee Curtis, affida la regia dell'undicesimo capitolo di Halloween a David Gordon Green. A Green viene anche attribuita -in compartecipazione a tre- la stesura della sceneggiatura. Facendo tabula rasa dei sequel/prequel/remake precedenti, gli autori riprendono -in maniera contorta visto che al termine del film Michael scompare- la narrazione esattamente dal primo capitolo. Riportando la storia nei binari del "razionale" ci viene così ricordato come Michael, il pericoloso assassino seriale di Halloween, abbia iniziato la sua attività appena a sei anni, uccidendo sua sorella, sorpresa in camera da letto ad amoreggiare.

 

scena

Halloween (2018): scena

 

Le atmosfere di questa ulteriore riproposizione slasher (sino ad ora ciclica e piuttosto scarsa, eccezion fatta per il migliore reboot di Rob Zombie) qui ricalcano in pieno il modello, al punto da apparire quasi un remake esso stesso (la fuga di Myers, la maschera, la festa). Il risultato finale, pur nettamente superiore ai brutti ultimi sequel (tra i peggiori, proprio Halloween H20 - 20 anni dopo), appare però decisamente sbilanciato. Se le scene thriller e i delitti (tipicamente in stile Myers ma qui piuttosto gore) rasentano in certi momenti la perfezione per il genere, forzate e talvolta banali appaiono alcune trovate. Tra le peggiori, proprio la figura di Laurie Strode, ridotta a macchietta e inverosimile nel suo aspetto combattivo e quasi "militaresco". Terribile poi il finale, con nonna, madre e figlia (ovvero tre generazioni) che escono ed entrano -come impazzite- dal rifugio nel basamento di casa Strode mentre l'assassino si aggira nelle stanze.

 

scena

Halloween (2018): scena

 

Nel complesso quindi è da lodare il tentativo di riportare sullo schermo personaggi e stili (anche di regia) originali, così come valida appare la trovata di escludere il tema soprannaturale. Qui infatti Michael subisce gli effetti delle armi da taglio e delle pallottole, facendo più paura proprio perché nei panni di feroce assassino in veste umana. Nessuno, però, riuscirà mai a toglierci dalla testa che la Blumhouse sia responsabile -in qualche maniera- dell'aspetto meno coinvolgente del film. A cominciare da una durata lievemente abbondante (105 minuti) proseguendo con la messa in scena di una cittadina platonica, dove i personaggi -ovviamente laccati- si muovono su macchine di lusso, lucide e brillanti come se fossero appena uscite dalla fabbrica. Ecco, l'Haddonfield del 1978 era un'altra cosa, esattamente come lo era l'Halloween di John Carpenter. La speranza è che ora, su Michael Myers, si stenda un velo pietoso. Speranza che, con tutta probabilità, verrà delusa dati gli incassi stratosferici che a fronte di un budget di 10.000.000 di dollari ha generato introiti (mondiali) superiori ai 250.000.000. Questo Halloween 11 (1+1=2 e infatti il film può davvero essere letto come il secondo della serie) è dedicato alla memoria di Moustapha Akkad, il produttore dei primi capitoli.

 

Jamie Lee Curtis

Halloween (2018): Jamie Lee Curtis

 

Halloween (2018): Trailer ufficiale italiano

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