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Il primo Re

Regia di Matteo Rovere vedi scheda film

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La recensione su Il primo Re

di port cros
7 stelle

Seppur non perfetta, questa libera interpretazione della legenda di Romolo e Remo è comunque ammirevole in quanto progetto ambizioso ed energico che con coraggio si avventura fuori dai sentieri battuti del cinema italiano. La scelta della lingua protolatina permette un'immersione totale in un contesto storico arcaico, selvaggio e feroce.

Alessandro Borghi, Alessio Lapice

Il primo Re (2019): Alessandro Borghi, Alessio Lapice

VOTO: 6,5 su 10

 

I fratelli pastori Remo (Alessandro Borghi) Romolo (Alessio Lapice), travolti da una piena del Tevere, finiscono prigionieri della città nemica di Alba Longa e costretti a combattere l'uno contro l'altro in un crudele rituale. Dopo essere riuscito a libere i prigionieri e a diventarne il capo nel corso dell' avventuroso attraversamento di un'ostile foresta, Remo, estremamente protettivo verso il fratello ferito con cui ha un rapporto simbiotico, si fa tuttavia sempre  più ambizioso ed arrogante, coltivando il sogno di divenire Re schiavizzando gli abitanti dei villaggi laziali e sfidando con la sua hybris persino gli Dei, pretendendo con tracotanza di sostituirsi a loro. Niente di più lontano dalla concezione del più mite fratello che, man mano che riprende le forze, emerge come figura di uomo giusto, pio e ligio al rispetto delle sacre tradizioni. Chi sarà il primo Re di Roma già lo sappiamo, ma il film insinua il dubbio che entrambi i fratelli siano parte essenziale della fondazione.

 

 

Alessandro Borghi

Il primo Re (2019): Alessandro Borghi

Il film di Matteo Rovere, dominato da una interpretazione intensa, fisica e viscerale, di Alessandro Borghi,  sfoggia alcune idee brillanti, come la scelta di far parlare i personaggi in lingua protolatina. Ricostruita grazie all'aiuto dei semiologi dell'Università La Sapienza, permette un'immersione totale nel contesto storico del VIII secolo avanti Cristo, ancora a cavallo tra un mondo primitivo e selvaggio e la civiltà urbana a venire. Un certo rigore storico e filologico nella ricostruzione, che rifugge dall'eccessiva attualizzazione di ambiente e personaggi, è ciò che contraddistingue positivamente Il Primo Re rispetto ad altri film di ambientazione antico-romana. E' anche da dire che proprio la scelta di un periodo così arcaico, all'origine stessa della civiltà romana, smitizzato e sfrondato di ogni idealizzazione, permette al regista di indagare sulla cruda naturalità di un uomo ancora selvaggio, che frequentemente esplode in atti brutalità ferina, in perpetua lotta per la sopravvivenza, contro una natura matrigna e fangosa non ancora domata dal progresso (esaltata dall'uso della luce naturale nella fotografia), e contro i suoi stessi simili, i cui rapporti sono basati sulla paura, così come quelli con le divinità. In questa attenzione alla ricostruzione storica, seppur di un soggetto che è una libera interpretazione di una leggenda, il film di Rovere abbandona la necessità di essere fedele al mito ed ai suoi elementi soprannaturali (niente Lupa).

 

 

Alessio Lapice

Il primo Re (2019): Alessio Lapice

Non si può ignorare che il film presenti alcuni difetti: la regia di Matteo Rovere risulta un po' troppo convenzionale, mentre le musiche suonano enfatiche ed invadenti. Soprattutto il film soffre per una certa carenza nella gestione dei tempi e si indebolisce nella parte finale, proprio quando si arriva al climax del superamento del solco tracciato da Romolo (che non è quello tramandato nella leggenda)  e dello scontro fratricida. Questo perché, mentre all'inizio il film si dilunga,  nella sezione conclusiva i passaggi narrativi e soprattutto l'evoluzione dei personaggi si fa troppo veloce e sbrigativa: per gran parte della pellicola è stato dato spazio quasi esclusivamente a Remo, mentre Romolo si limitava a giacere semiagonizzante, poi di colpo quest'ultimo prende il sopravvento e si fa leader, con una trasformazione troppo repentina per essere credibile. Di positivo c'è da dire che il film è molto scorrevole, pur superando le due ore, e quindi Rovere avrebbe potuto prendersi ancora un po' di tempo per sviluppare l'epilogo.

 

Seppur non perfetto, Il Primo Re di Matteo Rovere è comunque ammirevole in quanto progetto ambizioso ed energico che con coraggio si avventura  fuori dai sentieri battuti del cinema italiano.

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