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Bohemian Rhapsody

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su Bohemian Rhapsody

di diomede917
6 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: BOHEMIAN RAPSODY. Vedere Bohemian Rapsody dopo più di un mese dall'uscita fa capire la potenza dell'impatto di questo film. Tenendo da parte i numeri, colpisce come sia stato tra i tre film più visti nel periodo natalizio in Italia, colpisce come gente sia andato a vederlo 3 volte in poco tempo (a me successe solo con Jeeg Robot) e colpisce di come abbia unito la generazione di chi ha vissuto i Queen e quella che li sta riscoprendo oggi. Tutto questo conferma come leggende possano continuare a vivere grazie a quello che ci hanno donato in vita. Ammetto che sono entrato in sala con il pregiudizio di chi ha paura di trovarsi di fronte ad un' agiografia in versione Tale e Quale Show. E sicuramente la presenza di Roger Taylor e Brian May tra i produttori e il cambio post produzione del regista Bryan Singer non ha aiutato il mio scetticismo iniziale. La verità è che Bohemian Rapsody è un film perfetto da un punto di vista della messa in scena. La somiglianza va oltre la fisicità, a onor del vero sono più impressionanti gli altri membri della band rispetto al Freddie Mercury di Rami Malek. Soprattutto le 2 ore e mezzo del film sono finalizzate a un solo obiettivo Il LIVE AID. Il film si apre con il tragitto che porta Freddie Mercury al palco e si concluderà con l'iper dettagliato concerto il momento dove il film raggiunge vette emozionali altissime (io ho personalmente pianto al momento del bacio dedicato alla madre). Nel mezzo c'è la storia dei Queen. Non so se sia stata la presenza degli altri membri tra i produttori ma il film non è cosi Mercury centrico. I fan più accaniti,che hanno letto tutte le biografie autorizzate e no, hanno evidenziato alcune inesattezze soprattutto al ridosso del famoso LIVE AID. Diciamo che tutta la parte centrale del film è strutturata rispettando le normali regole delle biopic (avere uno sceneggiatore come Peter Morgan aiuta a rimanere con i piedi per terra). Una messa in scena classica per un'icona della trasgressione che comunque non ha mai dato cosi tanto scandalo pubblicamente (non è mai stato un David Bowie per dirla tutta). Quindi seguiamo la nascita della band, gli aneddoti che hanno portato alla realizzazione dei loro successi immortali e la omosessualità di Freddie Mercury e il successivo ingresso nel mondo dell'AIDS è sussurrato e raccontato in punta di piedi quasi a non voler offuscare la leggenda. Il film si interrompe forse nel momento più alto della band, che ha puntato tutto su quei 20 minuti di palco per rinascere musicalmente ed entrare nell'olimpo degli immortali. Il vero dramma di Freddie Mercury contenuto nell'album testamento Innuendo forse sarà raccontato in un probabile sequel. Perché si sa The Show Must Go On Voto 6,5 (Media tra il film e la strabordante mezz'ora finale)

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