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Alexandre... un uomo felice

Regia di Yves Robert vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Alexandre... un uomo felice

di Baliverna
6 stelle

Nella campagna francese, un uomo trova finalmente lo stile di vita giusto.

E' una discreta pellicola che si regge in gran parte sulle spalle di Philippe Noiret, che con il suo fisico e la sua recitazione, oltre alla bonomia che sempre di porta dietro, è proprio l'attore giusto per la parte. E' forse la sua presenza ad aver spinto il regista Yves Robert a richiamarsi – leggermente ma chiaramente – a “Zazie nel metro” di Louis Malle, che vedeva appunto Noiret protagonista. Certi stilemi sono secondo me presi dal film del 1960, che infatti sapeva di Nouvelle Vague.

Quanto al contenuto, è un'opera che spezza una lancia, più che per il far niente e il poltrire tutto il giorno, a favore del prendersi il proprio tempo e fare le cose senza frenesia e fretta. Questa è un po' la nuova via che trova il pacioccone personaggio di Noiret, dopo aver trascorso molte giornate a letto a poltrire; questo è più che altro un recupero dalla vita stressante (pensate un po', in campagna...) che prima conduceva. A dire il vero, a renderla pesante non era solo il molto lavoro ma anche – e forse più – una moglie dispotica che lo comandava a bacchetta, e per la quale doveva far tutto a comando, compreso l'amore. E' altresì evidente che lui è incapace di dirle di no e di metterle dei paletti, per pavidità e debolezza di carattere. Il risultato è che non è un marito e un uomo, ma un galoppino e un dipendente a servizio. Insomma, è una vittima colpevole, come anche altri uomini del villaggio.

ANTICIPAZIONE! *** Il fatto che anche la seconda donna dopo un po' diventi come la prima, mette in luce una certa tendenza femminile, che può affiorare in presenza di un uomo debole e di molti beni materiali da amministrare e di cui disporre.***

E' una pellicola gradevole, che offre occasione per qualche risatina, con però una parte centrale dove il ritmo cala visibilmente e si perde un po'. Al contrario, tutta l'ultima parte vede il film riprendere quota e riacquistare quel tono faceto e semiserio dell'inizio, spruzzato di un po' di fantasia. Qua e là c'è qualche pennellata di cinismo, ma entro i livelli di guardia.

 

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