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I famelici

Regia di Robin Aubert vedi scheda film

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La recensione su I famelici

di champagne1
6 stelle

Quando cominci la mattina uccidendo qualcuno, capisci che il mondo è cambiato.

Visto al TFF 35, sezione After Hours, col titolo "Les Affamés".

 

Già ospite del Toronto Film Festival 2017 (dove ha vinto il premio del pubblico), il film rappresenta un momento imprecisato del nostro futuro, in cui cominciano a spargersi per i boschi del Quebéc i primi "affamati", creature che hanno fame di carne umana dopo essere vissuti come probi cittadini della contea.

 

Poca azione e molto thriller. Si gioca sulle inquadrature sempre zoomate e sulla pressoché titale assenza di colonna sonora.

Non si cita mai la parola "zombie" e, pur nel dramma della situazione, si scorge un sottile filo di ironia: da chi vuol distrarsi dal quotidiano raccontando barzellette assurde a getto continuo al tipo che, tornato a casa non si rende conto della situazione e fa scherzi senza accorgersi di essere finito in una tragedia.

Ma il sentimento dominante è la nostalgia per un mondo che è finito e che non tornerà più; e questa sembrano provarla tanto i superstiti ancora sani, consapevoli di una vita basata su altri valori, quanto gli affamati, che costruiscono strani totem con gli oggetti della precedente comune esistenza e di fronte ad essi sembrano restare come ipnotizzati.

Qualche critico canadese ha già ribattezzato il film, quasi fosse politico, la metafora del nuovo Quebec tra apertura al mondo degli immigrati e perdita della vecchia identità.

Si guarda con attenzione, ma niente di più.

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