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Lazzaro felice

Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Lazzaro felice

di Carlo Ceruti
8 stelle

Assolutamente interessante e riuscito.

E' un film più di forma che di contenuto, ma è interessante per come mostra la campagna laziale ed i volti dei contadini che, talvolta, somigliano davvero ad un quadro antico che lascia incantati. La struttura narrativa è solida e la trama si sviluppa intelligentemente fin dall'inizio, quando il film sembra ambientato all'inizio del Novecento, ai tempi della mezzadria, mentre pian piano il mistero si svela e scopriamo che i contadini sono tenuti in uno stato di ignoranza e di semi-schiavitù criminale da una donna che li tiene isolati dal mondo facendo loro credere che la civiltà sia ancora ferma ai primi decenni del ventesimo secolo.

Resta impressa la figura di Lazzaro, interpretato da un intenso Adriano Tardiolo, che conferisce al suo personaggio una purezza ed un'ingenuità immacolate, quasi da santo laico che, con pochi dialoghi e molti sguardi, mostra un lato candido che ben contrasta col clima egoista e sfruttatore che lo circonda. Lui è l'unico essere puro e buono in un mondo di balordi poiché anche gli altri contadini, a loro volta sfruttati, lo utilizzano per i lavori più crudeli ed impietosi perché, come dice la Braschi, nel ruolo della malvagia marchesa De Luna, è 'una catena che non si può spezzare'. Il problema non sono quindi le classi sociali, sono le persone.

La seconda parte, ambientata nel presente, ben si collega alla prima ed ha un alto tasso metaforico ed è qui che si dispiega tutto il pessimismo dell'autrice, tutto il suo sdegno per un'umanità ipocrita, brutale, sciocca e senza speranza di riscatto. E' qui che la storia di Lazzaro diventa fiaba, che le sue vicende assomigliano alla parabola di un santo miracolato che poi diviene martire degli uomini. Ed il film, con le sue immagini spietate, pur senza quasi un briciolo di violenza, diventa profondamente agosciante eppure chiaro ed incisivo nel suo messaggio.

E' un film che, sia nella prima parte ambientata nella tenuta dell'Inviolata, sia nella seconda parte ambientata in una periferia sporca, ci mostra una natura arida e deserta che sembra il cuore degli uomini e che, con le sue immagini, riesce a mostrare ed a far comprendere senza retorica più di quanto avrebbero fatto mille inutili dialoghi.

Non è un capolavoro, ma è una pellicola assolutamente riuscita.

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