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Lazzaro felice

Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film

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La recensione su Lazzaro felice

di alan smithee
7 stelle

locandina

Lazzaro felice (2018): locandina

71 CANNES FESTIVAL 2018 - CONCORSO 

Nel corso degli anni '90 presso una piantagione di tabacco di una villa padronale chiamata Inviolata nel Centro Italia, la tirchia marchesa proprietaria tiranneggia i suoi contadini, costretti all'ormai desueto contratto capestro della mezzadria, a lavorare per lei senza mai goderne alcun frutto.

A loro volta i contadini trovano nel pacifico, serafico e volenteroso ragazzo di nome Lazzaro, figlio di tutti e di nessuno, l'elemento su cui rivalersi per scalfire quello status di eterni sfruttati.

L'amicizia de costui col figlio viziato della padrona, il biondo Tancredi, indurra' l'ingenuo Lazzaro a divenire complice dei maliziosi giochi del primo, che arriverà ad autorità per cercare di lucrare i soldi del riscatto.

Adriano Tardiolo

Lazzaro felice (2018): Adriano Tardiolo

Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher

Lazzaro felice (2018): Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher

"Alzati e cammina" fu ordinato molto dall'alto al Lazzaro originale. Quello della Rohrwacher - che torna dopo "Le meraviglie", all'ambiente agreste, ma tutt'altro che idilliaco della campagna dura, ingrata e sfiancante, seppur a conti fatti e a lungo andare leale - si rialza dopo un ventennio, catapultandoci dai ormai remoti e demodé '90, ai giorni nostri, e dalla campagna alla città. E, di conseguenza, dalla povertà dignitosa, all'indigenza più allarmante che all'accattonaggio e alla truffa organizzata. Parabola un po' mistica, un po' eretica, dell'amicizia tradita, Lazzaro felice prova a dimostrare come la bontà di fondo sia un valore estraneo alla rapace vita terrena, che rende chi ne è dotato un diverso, quasi un ritardato.

Adriano Tardiolo, Luca Chikovani

Lazzaro felice (2018): Adriano Tardiolo, Luca Chikovani

scena

Lazzaro felice (2018): scena

Migliore nella sua prima parte, il film rischia di sbandare più volte ma sa ogni volta riprendersi, soprattutto nel confronto azzeccato e maturo, per nulla scontato che la Rohrwacher azzarda ed azzecca tra due epoche relativamente vicine, in cui dalla miseria si riesce ancora a peggiorare verso l'indigenza più sconcertante. E un finale, rischioso ed azzardato, ma in fondo commovente, ha il potere di ricordarci che in ogni favola è nascosto un sottofondo di saggezza e verità indiscutibili e confutate dalla storia e dalle tradizioni popolari, specie quelle non scritte ma tramandate oralmente. 

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